Il nuovo primo ministro del Giappone
Oggi è stato votato dal Parlamento Shinzo Abe, già premier cinque anni fa
A dieci giorni dalla vittoria del Partito Liberal Democratico nelle elezioni anticipate della Camera dei Rappresentanti, il conservatore Shinzo Abe è stato eletto nuovo primo ministro del Giappone dal Parlamento, diventando il settimo premier in poco più di sette anni. Abe ha ottenuto il voto favorevole di oltre due terzi dei deputati della Camera, con 328 voti su 478, mentre al Senato ha ottenuto 107 voti su 234.
Abe torna per la seconda volta alla guida del paese dopo l’incarico ottenuto nel 2006 e terminato un anno dopo con le sue dimissioni, anche a causa di un problema di salute. La situazione in cui ritorna al potere è una fase di grave crisi economica e di difficoltà nei rapporti diplomatici, soprattutto con la Cina.
Il premier uscente Yoshihiko Noda, del Partito Democratico, si è dimesso poco prima del voto in Parlamento insieme alla sua squadra di governo. Al termine della votazione Abe ha dichiarato che intende costruire un Giappone più forte, puntando sulla “ricostruzione, sulle relazioni economiche, sulla riforma dell’istruzione, sul risanamento delle relazioni diplomatiche e sul ritorno della sicurezza”. Abe assumerà l’incarico dopo la nomina ufficiale da parte dell’imperatore Akihito. Oggi ha presentato anche la sua squadra di governo, di cui fa parte un altro ex premier, Taro Aso, in qualità di ministro delle finanze.
Dal punto di vista politico, Abe, 58 anni, è visto come un “falco” dai toni particolarmente nazionalisti ed aggressivi: non è sempre stato così, perché nel suo primo incarico da premier aveva ottenuto soprattutto successi diplomatici riavvicinandosi a Cina e Corea del Sud. Ma la disputa delle isole Senkaku con la Cina è diventata particolarmente intensa negli ultimi mesi e il programma di Abe sembra incontrare molti consensi: ha promesso che non farà concessioni sulla questione ed è arrivato a promettere un cambiamento nella Costituzione estremamente “pacifica” del paese.
Abe è nipote di un ex primo ministro giapponese e figlio di un ex ministro degli esteri. Il suo precedente governo finì malissimo, con tassi di popolarità ai minimi e una delle rarissime sconfitte elettorali del Partito Liberal Democratico, al potere quasi ininterrottamente da cinquant’anni.
foto: TORU YAMANAKA/AFP/Getty Images