Le proteste di Delhi
Migliaia di persone si sono scontrate con la polizia per chiedere pene più severe e un'azione più efficace del governo, dopo un caso di stupro nella capitale
Oggi a New Delhi, capitale dell’India, migliaia di persone si sono scontrate in piazza con la polizia, durante le proteste contro un brutto caso di cronaca nera che ha suscitato reazioni molto forti nel paese: lo stupro di gruppo di una studentessa di 23 anni, avvenuto questa settimana su un autobus di linea. Il Times of India scrive che i manifestanti protestavano per chiedere punizioni severe contro i responsabili, oltre che contro la mancanza di volontà politica e dei rimedi inadeguati per combattere i casi di violenza sulle donne.
In India quello della molestia e della violenza sulle donne è un problema molto diffuso. Secondo una ricerca effettuata su 500 donne, circa l’80 per cento ha detto di aver subito molestie sessuali sugli autobus o su altri mezzi di trasporto pubblico. Secondo dati ufficiali, nel 2011 a Delhi sono stati denunciati 572 stupri; quest’anno la polizia ne ha registrati 635. Si ritiene che molti altri casi non vengano nemmeno denunciati.
Ma quest’ultimo episodio, forse perché particolarmente violento (la ragazza è stata attaccata da un gruppo di diversi uomini e si trova all’ospedale con gravi ferite) si è rapidamente trasformato in una questione politica e ha portato migliaia di persone in piazza. Alla rabbia dei manifestanti contribuisce probabilmente il fatto che l’attuale governo abbia già perso molta credibilità in seguito ai numerosi scandali che lo hanno colpito. Anche Sonia Gandhi, presidente del Congresso Nazionale Indiano, il partito attualmente al potere, ha scritto una dura lettera al primo ministro, Manmohan Singh, chiedendo che vengano subito prese urgenti misure per evitare che questi incidenti si ripetano con la loro «dolorosa regolarità».