La lobby americana delle armi e Newtown
Il vicepresidente della NRA, Wayne LaPierre, ha proposto ieri volontari armati in tutte le scuole, a una settimana dalla strage: si è riacceso il dibattito e molti lo hanno criticato
Ieri, la National Rifle Association (NRA), la più potente lobby americana delle armi, ha organizzato una conferenza stampa per rispondere alle numerose accuse ricevute negli ultimi giorni, dopo la strage di Newtown di una settimana fa, in Connecticut, dove un ragazzo di 20 anni ha ucciso sua madre, 6 donne e 20 bambini in una scuola elementare, prima di uccidersi. La NRA agisce da decenni a favore dei possessori di armi da fuoco e gestisce un grande potere negli ambienti politici americani.
A parlare è stato Wayne LaPierre, amministratore delegato e vicepresidente dell’organizzazione: «L’unico modo per fermare un cattivo con una pistola è una brava persona con una pistola», ha detto durante la conferenza stampa, suscitando molti commenti e diverse critiche, sia da esponenti politici, sia dai mezzi di comunicazione e da alcuni cittadini di Newtown. LaPierre ha chiesto al Congresso di approvare un nuovo provvedimento che preveda la presenza di un agente armato in ogni scuola, con l’obiettivo di proteggere studenti e insegnanti. Ha presentato anche l’iniziativa “National School Shield”, un progetto per dare risorse e informazioni alle scuole che vogliono organizzare autonomamente la loro protezione, con l’aiuto di consulenti della NRA.
Secondo LaPierre, le frequenti stragi che sono successe negli Stati Uniti negli ultimi anni sono dovute anche alla circolazione di molti videogame violenti e di film che mostrano forti scene di sangue, prendendosela tra l’altro anche con l’amministrazione Obama, senza specificare in realtà per quali politiche in particolare. Ha cercato di difendere i possessori di armi e la sua proposta sulla presenza di agenti armati nelle scuole, spiegando che tutto questo sarebbe una cosa normale, se non fosse alimentata la paura «da parte della stampa e della classe politica» contro chi possiede un’arma. Ha aggiunto che le stragi degli ultimi anni sono state causate soltanto da «pazzi scatenati».
(Tutto quello che c’è da sapere sulle armi negli Stati Uniti)
Proprio per questo motivo non avrebbe senso approvare leggi restrittive sulle armi, come sembra invece che abbia intenzione di fare il presidente Obama, vietando le armi d’assalto e i caricatori ad alta capacità: Obama ha deciso di creare una “task force” guidata dal vicepresidente Joe Biden, con il compito di proporre politiche per modificare la legislazione sulle armi. Il Washington Post ha scritto che LaPierre mostra sempre un atteggiamento marziale, quando si parla di armi, ricordando una sua famosa frase del 1992: «Quando sei in guerra, fai solo quello che serve per vincere».
La conferenza stampa di LaPierre è stata criticata anche da alcuni abitanti di Newtown, la cittadina in cui c’è stata l’ultima strage, venerdì scorso. Dopo aver ascoltato la proposta sugli agenti armati nelle scuole, Betsy Paynter, che ha due bambini che frequentano la scuola media di Newtown, ha spento direttamente la televisione, ha raccontato USA Today: «C’è bisogno di sistemi di sicurezza, non di qualcuno che giri per la scuola armato, che alimenterebbe soltanto la paura», ha spiegato. Altri cittadini di Newtown hanno detto che si aspettavano un atteggiamento diverso da parte della NRA, invece l’hanno definito «insensibile e deludente», proprio a pochi giorni dalla strage.
La proposta è stata criticata anche da Kristen Rand, il direttore legislativo della Violence Policy Center (una delle lobby che cercano di restringere la regolamentazione delle armi): si potrebbe verificare quanto successo con l’addetto alla sorveglianza di quartiere che fu il responsabile dell’uccisione in Florida di Trayvon Martin, un ragazzo afroamericano di 17 anni. L’ex presidente del partito repubblicano americano, Michael Steele, ha detto di non avere parole su quanto detto dal vicepresidente della NRA, nonostante egli sia un sostenitore del Secondo emendamento (qui potete leggere cosa s’intende quando ci si appella al Secondo emendamento, parlando di armi) e della stessa organizzazione: «Trovo davvero inquietante che nel nostro paese si parli di armare insegnanti e presidi nelle aule».
Anche il sindaco di New York Michael Bloomberg, che da tempo porta avanti una battaglia per una restrizione delle leggi sulle armi, se l’è presa duramente con LaPierre: «Un’uscita vergognosa», ha detto, «con una visione pericolosa e violenta dell’America dove tutti sono armati e nessun posto è sicuro». Il problema, al di là delle diverse posizioni, potrebbe essere anche oggettivo, ha spiegato Dennis van Roekel, il presidente della National Education Association: «Abbiamo 90mila edifici scolastici, difficile trovare tanti volontari», ha spiegato.
Dopo quest’ultima strage bisognerebbe riflettere seriamente sulla questione, scrive la CNN, mettendo da parte gli slogan di parte, dei diversi gruppi d’interesse sostenuti dalle varie associazioni, perché è finito il tempo degli estremismi politici in questo campo. E sarebbe tempo di smetterla anche con uno slogan che la NRA sostiene da anni e cioè “più armi, meno criminalità”.
Foto: Wayne LaPierre, amministratore delegato e vicepresidente della NRA (AP Photo/ Evan Vucci)