I tre manager Google del caso Vividown sono stati assolti in appello
Erano stati condannati per violazione della privacy dopo la pubblicazione di un video che mostrava un adolescente disabile maltrattato
I tre manager di Google imputati per violazione della privacy, in seguito alla pubblicazione su Google Video di un filmato che mostrava alcuni ragazzini che maltrattavano un loro coetaneo disabile, sono stati assolti dalla corte d’Appello di Milano “perché il fatto non sussiste”. La vicenda, conosciuta come “caso Vividown”, aveva fatto molto discutere e nel 2010 aveva portato alla condanna in primo grado di Google, accusata di non avere dato sufficienti informazioni a chi aveva caricato il video sugli obblighi di legge per la tutela della privacy.
La corte d’appello di Milano ha assolto «perché il fatto non sussiste» i tre manager di Google imputati per violazione della privacy in relazione al video, caricato in rete, che mostrava un minorenne disabile insultato e vessato dai compagni di scuola. In primo grado David Carl Drummond, ex presidente del cda di Google Italy e ora senior vice presidente, George De Los Reyes, ex membro del cda di Google Italy e ora in pensione, e Peter Fleischer, responsabile delle strategie per la privacy per l’Europa di Google Inc., erano stati condannati a 6 mesi (pena sospesa) per violazione della privacy. Il collegio ha confermato anche l’assoluzione che era già arrivata in primo grado per il quarto imputato, Arvind Desikan, responsabile del progetto Google video per l’Europa, che rispondeva solo di diffamazione (caduta anche l’accusa di diffamazione per gli altri tre manager).
La sentenza di primo grado emessa nel febbraio 2010 aveva fatto il giro del mondo perché si trattava del primo processo a livello internazionale per pubblicazione di contenuti sul web che vedeva tra gli imputati dei responsabili di un provider di internet. Le condanne erano state criticate dall’ambasciata Usa a Roma e anche dalla stampa statunitense perché erano ritenute una sorta di censura alla libertà del web.