Che succede con le sale da poker?
Il rinvio delle gare per aprirle è stato cancellato dal Parlamento: il governo lo definisce "incredibile" e "sconcertante" ma la questione è ancora aperta
Un emendamento alla legge di stabilità che riguarda le gare d’appalto per l’apertura di sale da poker dal vivo sta causando molte polemiche. La questione è la seguente: attualmente non ci sono in Italia sale da poker in cui è legale il gioco “dal vivo”, cioè un giocatore contro un altro, se si escludono i casinò e circoli privati dove questa pratica è spesso tollerata.
Le norme per permettere l’apertura di queste sale da poker erano previste già da alcuni anni. Nello specifico, il ministro Tremonti aveva fissato le gare d’appalto per l’apertura di quel tipo di locali, anche se una circolare del ministero dell’Interno aveva rinviato il tutto al gennaio 2013. I relatori della legge di stabilità – su cui il governo ha posto la fiducia e che è attualmente alla fase conclusiva della sua approvazione in Parlamento – avevano introdotto un emendamento che avrebbe ritardato di sei mesi le gare di appalto, ma con un altro emendamento presentato in Commissione Bilancio del Senato dai senatori del PdL Gilberto Tommaso Pichetto Fratin e Anna Cinzia Bonfrisco quel rinvio di sei mesi è stato cancellato.
Di conseguenza, il bando per l’apertura delle nuove sale da poker potrà essere emanato già a partire dal primo gennaio 2013 e non dal 30 giugno, come previsto inizialmente.
Due ministri del governo hanno detto di essere fortemente contrari all’emendamento dell’emendamento: il ministro per la Cooperazione e l’Integrazione, Andrea Riccardi, ha definito questa scelta “incredibile”, mentre il ministro della Salute Balduzzi si è detto “sconcertato” per gli “emendamenti notturni” che riguardano il gioco d’azzardo.
L’Italia si riempirà di sale da poker, quindi? È possibile, ma non subito. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha detto ieri in un comunicato stampa che la notizia di “un’imminente entrata in funzione di mille sale da poker” è “priva di fondamento”. Anche se la possibilità di indire gare d’appalto esisterà dal primo gennaio, perché queste vengano concretamente indette c’è bisogno di un regolamento attuativo che disciplini con precisione il gioco, fissi le tasse dovute allo Stato sul denaro giocato e così via. Questo regolamento ancora non esiste, e anzi l’Agenzia ha aggiunto che “l’opportunità” stessa di introdurre questo tipo di gioco d’azzardo è ancora oggetto di “riflessione”.
Foto: AP Photo/Julie Jacobson