Obama si muove sulle armi
La Casa Bianca vuole vietare armi d'assalto e caricatori ad alta capacità, è in preparazione una legge al Senato, intanto ha parlato la lobby NRA
Aggiornamento delle 12:30
Oggi Barack Obama ha deciso di creare una “task force” guidata dal vicepresidente Joe Biden con il compito di proporre politiche da adottare per modificare la legislazione sulle armi e prevenire ulteriori stragi.
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Martedì pomeriggio il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ha spiegato in una conferenza stampa alcune modifiche concrete alla legislazione delle armi che il presidente Barack Obama intende sostenere per impedire il ripetersi di stragi come quella della scuola elementare Sandy Hook a Newtown, dove venerdì scorso Adam Lanza ha ucciso con tre armi d’assalto 20 bambini e sei adulti.
Carney ha detto che Obama «vuole muoversi nelle prossime settimane, che è un ragionevole periodo di tempo. Sostiene con convinzione la proposta di vietare le armi di assalto e altre misure» tra cui la limitazione della capacità dei caricatori, che non dovranno contenere più di 10 proiettili. Obama è dunque favorevole a reintrodurre il divieto alle armi d’assalto che era stato approvato nel 1994 per un periodo di dieci anni su proposta della senatrice democratica della California Dianne Feinstein. Il divieto decadde nel 2004 sotto l’amministrazione di George W. Bush e non venne più rinnovato. Feinstein ha annunciato che alla riunione del Congresso del 3 gennaio proporrà una versione aggiornata del divieto, che renderà illegali cento specifici tipi di armi da fuoco, tra cui pistole e fucili con un caricatore fisso che possa contenere più di dieci proiettili.
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Carney ha detto che Obama ha anche intenzione di risolvere il cosiddetto gun-show loophole, la “scappatoia” delle fiere specializzate dov’è possibile comprare armi senza nessun controllo o quasi. Negli Stati Uniti ci sono circa cinquemila fiere delle armi ogni anno e circa il 40 per cento di tutti gli acquisti di fucili e pistole passa da questo canale, mentre acquistarle in un negozio richiede una procedura più articolata e controllata. Obama si è detto inoltre «rincuorato» dalla disponibilità mostrata da alcuni membri del Congresso da sempre contrari alle misure restrittive sulle armi. Carney ha detto che il presidente aveva appena parlato al telefono con Joe Manchin, senatore democratico del West Virginia gran sostenitore della National Rifle Association (NRA), la potente lobby americana delle armi, che lunedì aveva detto di voler andare oltre la retorica e analizzare tutte le proposte di buon senso per limitare ulteriori stragi.
Carney ha spiegato che Obama non vuole limitarsi soltanto alla legislazione sulle armi ma vuole allargare la questione anche ad altri ambiti, come il modo in cui vengono curate le malattie mentali e la violenza diffusa nella cultura popolare americana. Sempre martedì altri membri del Congresso si sono detti a favore di modifiche alle leggi sulle armi, sostenendo in particolare il divieto alle armi d’assalto della senatrice Feinstein e quello per i caricatori con una capacità superiore alle dieci pallottole.
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Nel frattempo, dopo giorni di silenzio nonostante continue richieste di un commento da parte dell’opinione pubblica, la National Rifle Association ha diffuso soltanto ieri una dichiarazione sulla strage di Newtown:
«La National Rifle Association è fatta da quattro milioni di mamme e papà, figli e figlie: siamo scioccati, rattristati e abbiamo il cuore spezzato dalle orribili e insensate uccisioni a Newtown. Per rispetto delle famiglie e per il senso di comune decenza abbiamo lasciato il tempo per piangere, pregare e per una piena indagine sui fatti prima di commentare. La NRA è pronta a offrire significativi contributi per fare in modo che queste cose non accadano più. La NRA terrà una conferenza stampa a Washington DC venerdì 21 dicembre».
Foto: Newtown, 18 dicembre 2012 (John Moore/Getty Images)