Consigli a Bersani sulle primarie
"Non sarebbe bello che l'innovazione venisse soprattutto dalle primarie, e la conservazione soprattutto dai listini", scrive Adriano Sofri su Repubblica
Oggi Adriano Sofri su Repubblica propone alcuni consigli a Pier Luigi Bersani riguardo la gestione delle candidature “protette” alle primarie per scegliere i parlamentari e le alleanze del Partito Democratico.
Vorrei proporre un paio di argomentazioni a Bersani. Il quale invita a valutare i passi che il suo Pd compie e a metterli a confronto con l’operato altrui. Ha moltissime buone ragioni: non so se abbia ragione per intero.
Lo spettacolo offerto dagli altri partecipanti alla corsa, vecchie volpi e nuovi furetti, si fa di giorno in giorno più increscioso. Si capisce che, al confronto, esitazioni e compromessi del Pd si mostrino molto più veniali e dunque accettabili. La questione è se basti invocare questa vistosa differenza relativa, o valga la pena di perseguire più nettamente scelte indipendenti dal paragone coi concorrenti.
Prendiamo l’affare delle deroghe e del 10 per cento del “listino del segretario”. Le percentuali c’entrano, e possono sembrare più o meno ragionevoli. Poi però c’è il merito. Se deroghe e listino servissero soprattutto a conservare equilibri di apparato e piazzare persone, indebolirebbero assai la novità delle primarie per i candidati al parlamento. Oltretutto i tempi così accorciati – non certo per scelta del Pd – favoriscono i candidati ereditieri di voti, gli amministratori ecc.
(continua a leggere sul sito di Repubblica)
– Il regolamento delle primarie per i parlamentari del PD
– Chi ha chiesto la deroga nel PD
foto: Mauro Scrobogna /LaPresse