Qualcosa si muove sulle armi?
Dopo Newtown stanno iniziando a farsi avanti deputati e senatori favorevoli alle armi che chiedono di cambiare le cose, in attesa della mossa di Obama
Dopo la strage di Newtown – in cui Adam Lanza ha ucciso uccisi venti bambini e sei adulti nella scuola elementare di Sandy Hook, in Connecticut – alcuni senatori e deputati americani finora favorevoli all’attuale legislazione sulle armi si sono detti disposti a discutere per cambiare le cose, anche in vista di leggi più restrittive sulla vendita e l’uso di pistole e fucili. È la prima volta da molto tempo che una sparatoria riesce a smuovere le posizioni dei sostenitori del diritto dei cittadini ad armarsi, probabilmente a causa dell’impatto emotivo dovuto al coinvolgimento di così tanti bambini.
Joe Manchin, senatore democratico del West Virginia, è da sempre un sostenitore della National Rifle Association (NRA), la potente lobby americana delle armi, che gli ha assegnato una A (cioè il voto più alto) in base alle sue votazioni alle leggi sulle armi. Manchin va abitualmente a caccia e nel 2010 ha girato uno spot in cui spara con un fucile. Lunedì ha detto che i caricatori ad alta capienza e i fucili d’assalto non sono necessari per la caccia e lo sport: «È ora di andare oltre la retorica: abbiamo bisogno di sederci a un tavolo, fare una discussione di buon senso e muoverci in modo ragionevole». Manchin ha anche detto che tutte le soluzioni per limitare ulteriori stragi dovrebbero essere messe sul tavolo.
(Tutto quel che c’è da sapere sulle armi negli Stati Uniti)
Il senatore Mark Warner della Virginia, a sua volta detentore di una A da parte della NRA, ha spiegato che la strage ha cambiato la sua opinione sulle armi e ha chiesto «leggi più restrittive». Lunedì il leader dei democratici al Senato, Harry Reid, un democratico favorevole alle armi, ha detto di aver preso atto «che non stiamo facendo abbastanza per proteggere i nostri cittadini». Ha annunciato che il Senato si impegnerà in un «forte dibattito per cambiare le leggi e la cultura che permette alla violenza di proliferare». Nick Rahall, deputato democratico del West Virginia, uno dei maggiori beneficiari dei fondi della National Rifle Association, ha detto che il massacro «richiede una risposta aggressiva». Ha criticato le «mancanze nel nostro sistema sanitario per l’instabilità mentale» e «la violenza nella nostra cultura»; pur chiedendo un cambiamento non ha parlato direttamente di leggi restrittive sulle armi.
Due senatori democratici, Dianne Feinstein della California e Frank Lautenberg del New Jersey, hanno annunciato che il prossimo anno rinnoveranno nei loro stati il divieto sui fucili d’assalto, promosso da Bill Clinton nel 1994, scaduto nel 2004 sotto George W. Bush e mai più rinnovato. Feinstein e Lautenberg hanno anche promesso di vietare i caricatori ad alta capienza, che possono cioè contenere un elevato numero di proiettili. In molti casi infatti le conseguenze delle sparatorie sono state contenute dal fatto che l’assassino si era fermato per ricaricare l’arma, dando il tempo ai presenti di bloccarlo. È il caso per esempio della strage di Tucson, in Arizona, nel 2011, quando Jared Loughner venne fermato mentre ricaricava la pistola con cui aveva già ucciso sei persone e ferito tredici, tra cui la deputata democratica Gabrielle Giffords. Altri sostengono invece che un simile divieto abbia conseguenze limitate, visto che in circolazione c’è già un alto numero di caricatori ad alta capienza.
Molti parlamentari che da anni criticano la NRA e l’attuale legislazione sulle armi hanno ripreso fiducia e sperano che stavolta le cose possano cambiare. Il senatore del Kentucky John Yarmuth, un ex repubblicano diventato democratico, ha detto che «sono stato a lungo in silenzio sulla violenza delle armi negli ultimi sei anni, e ora sono così afflitto per questo quanto lo sono per quel che è successo alle famiglie che hanno perso così tanto nell’ultima ma non isolata tragedia». Il sindaco di New York, l’indipendente Michael Bloomberg, ha chiesto a Obama e al Congresso di approvare alcune proposte sulla regolamentazione delle armi, tra cui controllare la fedina penale per tutte le vendita di armi, aumentare le pene per il traffico di armi e vietare le armi d’assalto.
Domenica Obama aveva partecipato a una veglia a Newtown e in quell’occasione aveva tenuto un discorso in cui riconosceva con forza la necessità di cambiare le cose per evitare ulteriori stragi. Obama non ha ancora specificato cosa intende fare concretamente e lunedì ha discusso la questione con il vicepresidente Joe Biden e tre membri del suo governo. Il portavoce del presidente, Jay Carney, ha detto che si tratta di «un problema complesso che richiede una soluzione complessa. Non ho un’agenda specifica da mostrarvi oggi», e ha aggiunto che Obama è favorevole a reintrodurre il divieto sui caricatori con oltre dieci proiettili scaduto nel 2004. Il New York Times riporta l’opinione di «alcune persone vicine alle decisioni della Casa Bianca», convinte che Obama stia prendendo tempo per elaborare una strategia completa sulla questione, che preveda un ordine esecutivo e una proposta legislativa da inviare al Congresso. Un semplice ordine esecutivo infatti avrebbe un impatto limitato e non sfrutterebbe a pieno la recente apertura a modificare le leggi sulle armi mostrata da alcuni membri del Congresso. Altri sono convinti che Obama debba muoversi in fretta per non rischiare di lasciar sgonfiare il dibattito sulla questione e l’appoggio di parte dell’opinione pubblica e dei parlamentari sull’onda emotiva della strage.
(«Dobbiamo cambiare», il discorso di Obama a Newtown)
Nel frattempo la National Rifle Association non ha ancora fatto alcun commento sulla strage di Newtown, ha sospeso la sua pagina Facebook e il suo account su Twitter non scrive niente da venerdì. John Velleco, portavoce di Gun Owners of America, un gruppo favorevole alle armi, ha detto che nessuna delle proposte recentemente avanzate avrebbe impedito la strage, visto che Adam Lanza ha usato le armi possedute dalla madre. Velleco ha anche criticato l’idea del Congresso di restringere l’accesso alle persone che hanno avuto problemi psicologici, dicendo che «quasi nessuna di loro è portata alla violenza. Prendiamo qualsiasi persona che abbia preso una droga psicoattiva e la disarmiamo per sempre?». Molti repubblicani comunque osteggeranno qualsiasi tentativo di restringere le leggi sulle armi: negli ultimi giorni diversi di loro hanno deplorato la strage ma non hanno parlato in alcun modo di prendere misure per cambiare le cose.
Foto: Una manifestazione contro la NRA e la legislazione sulle armi a Washington DC, dopo la strage di Newtown, 17 dicembre 2012 (PAUL J. RICHARDS/AFP/Getty Images)