Chi è Rebecca Kadaga
La politica ugandese ricevuta dal Papa mercoledì, che in Uganda ha promesso di far approvare una legge contro l'omosessualità entro l'anno
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Mercoledì scorso, durante l’Udienza Generale, il Papa ha incontrato una delegazione ufficiale dell’Uganda guidata da Rebecca Kadaga, presidente del parlamento. Kadaga, nelle scorse settimane, aveva apertamente appoggiato la legge anti-omosessuali che al momento è in discussione nel parlamento ugandese, promettendo di farla approvare entro l’anno perché «il popolo ugandese lo chiede»: di conseguenza, la foto di Benedetto XVI che stringe le mani della donna sta circolando molto sui social network, accompagnata molto spesso da commenti estremamente critici.
«Penso che non dimenticherò mai questo momento e ringrazio Dio per l’opportunità che mi ha dato», ha detto Kadaga dopo l’incontro. Il Papa ha benedetto la delegazione ugandese e la stessa Kadaga, che era accompagnata da diversi parlamentari. La delegazione ugandese si trova a Roma per partecipare a un’assemblea della Corte Penale Internazionale, dove ha fatto richiesta di poter portare avanti autonomamente i processi ai criminali di guerra come Joseph Kony.
Rebecca Kadaga, 56 anni, è un avvocato e il primo presidente del parlamento donna nella storia dell’Uganda, eletta nel maggio del 2011. Nel 1989 è stata eletta al parlamento per la prima volta e da allora è stata più volte ministro. A proposito della legge anti-omosessuali ha dichiarato: «Chi siamo noi per opporci a quello che la gente ci chiede? Questa gente non dovrebbe pregarci».
Kadaga ha pronunciato queste parole in seguito a una petizione che un movimento anti-gay le aveva rivolto personalmente: «Presidente, non possiamo restare fermi mentre un fenomeno così distruttivo prende piede nel nostro paese». Kadaga ha anche partecipato direttamente ad alcuni incontri organizzati dai movimenti anti-omosessuali e dalla chiesa evangelica. Nel corso di uno di questi incontri l’omosessualità è stata definita «una seria minaccia», mentre alcuni sacerdoti di confessione evangelica hanno chiesto a Kadaga di far passare la legge come «regalo di Natale» al popolo ugandese.
In Uganda, come in molti altri paesi dell’Africa subsahariana, avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso è già illegale e viene punito con una pena massima di 14 anni di carcere. La nuova legge anti-omosessuali prevede un aggravamento delle pene ed è in discussione dal 2009. Inizialmente era prevista anche la pena di morte nei casi in cui gli “atti omosessuali” venissero compiuti nei confronti di minorenni o da parte di persone sieropositive.
Nell’ultima revisione, quella che Kadaga ha promesso di far approvare entro l’anno, la pena di morte è stata eliminata, ma l’omosessualità e «tutte le pratiche relative» restano illegali. La legge prevede che sia un reato, punibile con una multa e con il carcere fino a tre anni, anche non denunciare un comportamento omosessuale. Nell’articolo 5 della legge viene specificato che non si possono punire i crimini commessi a causa di «un diretto coinvolgimento nell’omosessualità». Secondo gli attivisti gay, questo articolo rende di fatto legale o comunque difficilmente perseguibile l’omicidio degli omosessuali.