Fermare il Declino presenterà una lista alle elezioni
Il movimento di Oscar Giannino ha annunciato ieri sera che parteciperà e che non si alleerà con nessuno
Ieri sera il movimento Fermare il Declino ha annunciato ufficialmente che parteciperà alle prossime elezioni. Oscar Giannino, uno dei fondatori, guiderà una lista elettorale che dovrebbe escludere «alleanze con partiti politici esistenti, con nuove liste rappresentate da vecchi leader e con la classe dirigente responsabile del declino del nostro paese».
Fermare il Declino è nato come movimento alla fine del luglio scorso, quando su alcuni quotidiani nazionali venne pubblicato una manifesto in 10 proposte. In sintesi, il programma prevede tagli alla spesa pubblica accompagnati da un abbassamento della pressione fiscale e da una serie di liberalizzazioni. Qui è possibile leggere nel dettaglio le 10 proposte – che prevedono anche una riforma della giustizia e dell’università – e come FiD pensa di realizzarle.
La decisione di partecipare alle prossime elezioni era già nell’aria da lunedì scorso, quando Luigi Zingales, uno dei fondatori del movimento che durante le primarie aveva sostenuto Matteo Renzi, ha invitato i sostenitori del sindaco di Firenze ad appoggiare Fermare il Declino.
Sui numeri che FiD potrebbe avere alle elezioni non c’è ancora molta chiarezza. Secondo Renato Mannheimer il movimento avrebbe un “consenso potenziale” dell’8%, mentre già oggi verrebbe votato dal 5% degli italiani. Più prudente il sondaggio SWG, in esclusiva per la trasmissione Agorà, che ieri ha dato il movimento al 2,6% dei consensi.
I fondatori di Fermare il Declino sono quasi tutti economisti. Oltre a Giannino, sono Michele Boldrin, Andrea Moro e Sandro Brusco, autori del blog Noisefromamerika che insegnano economia in varie università degli Stati Uniti, Luigi Zingales, editorialista del Sole 24 Ore, che insegna economia all’università di Chicago, Carlo Stagnaro, direttore del dipartimento studi e ricerche dell’Istituto Bruno Leoni e Alessandro de Nicola, professore di business law all’università Bocconi e collaboratore di Repubblica.