Ancora manifestazioni al Cairo
Migliaia di persone continuano a manifestare davanti al palazzo presidenziale e i leader dell'opposizione hanno rifiutato l'invito al dialogo del presidente Morsi
Migliaia di oppositori del governo egiziano hanno manifestato anche oggi, e stanno continuando in queste ore, davanti al palazzo presidenziale del Cairo. I sostenitori del presidente, che appartengono al movimento politico-religioso dei Fratelli Musulmani, hanno invece partecipato al funerale di due membri del loro gruppo uccisi negli scontri di ieri.
Circa 10mila persone hanno scavalcato una barriera creata dalla polizia a protezione del palazzo presidenziale, salendo sopra i carri armati e sventolando la bandiera egiziana: i militari della Guardia repubblicana hanno deciso di non intervenire. In un’altra parte della città, la polizia ha dovuto invece sparare dei gas lacrimogeni contro i sostenitori del presidente mentre stavano cercando di fare irruzione negli studi di una televisione privata, accusata di essere contro Morsi.
Ieri sera, il presidente egiziano Muhammad Morsi ha parlato alla televisione egiziana chiedendo ai rappresentanti dell’opposizione di incontrarsi domani, per cercare di mettere fine agli scontri che ci sono stati in questi giorni: i leader dell’opposizione però hanno rifiutato l’invito al dialogo. Tra i motivi del rifiuto c’è la decisione del presidente, confermata anche ieri sera, di far svolgere il referendum popolare sulla nuova Costituzione il 15 dicembre prossimo. Il presidente ha detto che i sostenitori dell’opposizione hanno tutto il diritto di manifestare pacificamente, anche se ha spiegato che tra quelli che hanno protestato in questi giorni ci sono state molte persone pagate per far crescere il clima di violenza.
La situazione in Egitto è sempre più critica: oggi, rispetto ai giorni scorsi, sono aumentate le proteste e si sono allargate in diverse zone del paese. Ci sono state manifestazioni contro il presidente ad Alessandria, a Luxor e a Kom Hamada, davanti a una sede dei Fratelli Musulmani. Il Fronte di Salvezza Nazionale (NSF), che raccoglie i gruppi politici e i movimenti che fanno parte dell’opposizione ha fatto sapere che le manifestazioni proseguiranno fino al 15 dicembre, spiegando però di voler manifestare pacificamente. Nella battaglia che c’è stata in questi giorni sono morte sei persone e ci sono stati più di 700 feriti.