I nuovi insediamenti in Cisgiordania
Israele ha annunciato la costruzione di 3mila nuove abitazioni e il progetto è molto contestato: le foto
A pochi giorni dal voto con cui l’Assemblea generale dell’ONU ha riconosciuto alla Palestina lo status di stato osservatore non membro, Israele ha annunciato la costruzione di 3mila nuove unità abitative negli insediamenti di Gerusalemme est e in Cisgiordania. Israele ha anche confermato la ripresa della costruzione di un blocco di insediamenti formato da 1.600 abitazioni a Ramat Shlomo, nell’area che si chiama E1 e che va oltre i confini del 1967. Il progetto era stato approvato nel 2010 durante la visita del vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ma era stato poi congelato in seguito alle critiche statunitensi.
La E1 è un corridoio tra Gerusalemme e la colonia di Maaleh Adumim. I palestinesi si oppongono con forza ai piani per la costruzione di colonie in quest’area per il rischio di tagliare in due la Cisgiordania e rendere difficile la creazione di uno Stato palestinese omogeneo con Gerusalemme est come capitale. Per il governo israeliano, invece, la costruzione di nuovi insediamenti è ritenuta “vitale” per la sopravvivenza e lo sviluppo dello Stato di Israele.
Negli ultimi giorni il segretario generale dell’ONU e molti paesi occidentali hanno duramente criticato la scelta del governo israeliano: Francia, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca e Spagna hanno convocato gli ambasciatori israeliani a cui hanno espresso forte dissenso sul nuovo progetto. Anche gli Stati Uniti, che avevano votato contro il riconoscimento della Palestina quale stato non membro, hanno criticato il progetto di nuovi insediamenti, spiegando che una decisione in tal senso comprometterebbe in maniera seria gli sforzi per riprendere i negoziati bilaterali.