Gli scontri di Livorno
Domenica circa 200 persone hanno assaltato la prefettura dopo due giorni di scontri con la polizia, iniziati venerdì durante un comizio di Bersani
Domenica pomeriggio circa 200 persone hanno assaltato il palazzo della prefettura di Livorno lanciando pietre, bombe carta, fumogeni e palloncini pieni di vernice, costringendo polizia e carabinieri a cercare riparo dentro il palazzo. Sette agenti sono stati accompagnati al pronto soccorso.
Le tensioni erano iniziate venerdì quando a un gruppo di manifestanti No TAV, cosiddetti “antagonisti”, anarchici, disoccupati e lavoratori della SODEXO, azienda toscana che sta per mettere in mobilità un centinaio di dipendenti, era stato vietato, con delle cariche da parte della polizia, l’ingresso all’interno del terminal del porto di Livorno, dove stava tenendo un comizio il segretario del PD Pier Luigi Bersani. Sabato lo stesso gruppo di persone aveva convocato un presidio in piazza Grande per manifestare contro le violenze del giorno precedente, ma il presidio si è trasformato in un corteo non autorizzato. La polizia ha chiesto agli organizzatori di sciogliere il corteo e quando ha iniziato a identificare i manifestanti ci sono stati degli scontri molto violenti. Ieri quindi è stato convocato un nuovo presidio, in piazza Cavour, dal quale è partito un corteo di circa 600 manifestanti che ha raggiunto il palazzo della Prefettura sfilando dietro lo striscione “Livorno non si piega”. Qui circa 200 persone hanno assaltato il palazzo mentre le forze dell’ordine hanno scelto di non reagire.