Due endorsement per il ballottaggio
Oggi su Repubblica Gad Lerner e Oscar Farinetti spiegano perché al ballottaggio delle primarie del centrosinistra sceglieranno Bersani e Renzi, rispettivamente
Oggi su Repubblica il giornalista Gad Lerner e l’imprenditore Oscar Farinetti spiegano perché, nel ballottaggio delle primarie del centrosinistra di domani, sceglieranno rispettivamente Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, come candidato premier alle prossime elezioni.
Voglio un leader che ascolti, di Gad Lerner
Una vera competizione in campo aperto, una leadership contesa, un’effettiva possibilità di scelta da parte dei cittadini che si trovano di fronte due diversi profili per il centrosinistra e per il nostro Paese. Voto Bersani perché siamo chiamati a scegliere un candidato presidente del Consiglio per il centrosinistra, non il nostro leader ideale. A rendere Bersani, secondo me, il più adatto fra i primi ministri verosimili (in alternativa considero solo Monti e Renzi, perché a destra non s’intravede nessuno) sono due caratteristiche della sua fisionomia che negli altri non ritrovo altrettanto: la capacità d’ascolto e la sensibilità sociale.
Il malcapitato che guiderà il governo italiano nei prossimi anni dovrà fronteggiare una crisi talmente dura che, probabilmente, a lui e alla politica sarà affidato innanzitutto il compito di lottare contro la povertà. Per questo sarà preziosa a Bersani quella predisposizione all’ascolto del disagio sociale che non è invece fra le prime virtù del professor Monti, abituato piuttosto ad impartire lezioni. In fondo Bersani l’ha dimostrata anche accettando la sfida delle primarie che avrebbe potuto eludere, e invece ha voluto raddoppiare con il secondo turno che non rientrava fra gli auspici del suo rivale Renzi.
La seconda caratteristica che riconosco a Bersani deriva da un patrimonio culturale in buona misura disatteso dalla sinistra negli anni passati: rimettere al primo posto della sua agenda i temi della giustizia sociale per cimentarsi, nella penuria, in un serio tentativo di redistribuzione della ricchezza nazionale. A questo fine considero un vincolo positivo l’alleanza stipulata con l’ala sinistra impersonata da Vendola (ma anche da Pisapia, Doria, Zedda) che altri invece giudicano pericolosa.
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La dolce rivoluzione, di Oscar Farinetti
Belle primarie, mi sono piaciute. Ho visto una parentesi di bellezza della politica “in questo mondo pieno di nebbia”. Cinque galantuomini (una è donna e chiedo scusa se il maschile prevale) si sono affrontati con lealtà e coraggio su temi forti.
Così facendo hanno coinvolto anche gente come me, senza tessera in tasca, a dire la propria. Appare chiaro a tutti che il Pd è in grado di mettere insieme pensieri anche diversi di chi si sente progressista e vuole provare a raddrizzare questo Paese.
Nebbia, dicevo. Ma il cielo sta diventando sempre più cupo. Colgo un clima prerivoluzionario. La disoccupazione sale in modo esponenziale mentre non vedo interventi forti sul costo del lavoro. Lo Stato, le Regioni incominciano a far fatica a pagare fornitori e stipendi mentre non si vede un’azione drastica di tagli alla spesa corrente. Regna un cinismo vergognoso nell’Italia delle corporazioni. Non sento più emozioni, ideali, altruismo, ascolto delle ragioni altrui. I politici, i giornalisti e i magistrati si danno botte da orbi.
E poi le categorie sociali rappresentate da organismi che si sono gonfiati oltre misura. Ciascuna ferma sulle proprie convinzioni, una marea di confederazioni e di sindacati che confliggono, convinti che la colpa sia sempre dell’altro. Il polipo della burocrazia, governato da funzionari incompetenti e cattivi nominati da politici incompetenti ed egoisti, uccide la crescita.
Insomma la brutta. Non vedo reazioni e oltretutto mezza Italia, il centrodestra, non è più rappresentato. I loro politici si stanno suicidando e da tempo si disinteressano scandalosamente del bene del Paese. La reazione dovrebbe essere da parte di tutte le categorie sociali ma l’esempio dovrebbe partire dalla politica e quindi dai politici.
(continua a leggere sul sito di Matteo Renzi)
Foto: ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images