La NASA frena gli entusiasmi su Marte
Un comunicato ufficiale ha smentito che Curiosity abbia fatto una scoperta da "libri di storia", "per ora"
La NASA ha molto ridimensionato la portata dell’annuncio fatto il 20 novembre scorso da John Grotzinger, uno dei principali responsabili della missione scientifica di Curiosity, il robot automatico (rover) della NASA che si trova dalla scorsa estate su Marte.
Grotzinger annunciò attraverso la radio pubblica statunitense NPR di essere al lavoro con il suo gruppo di ricerca su una scoperta legata al pianeta destinata a entrare “nei libri di storia”. Non diede molte altre informazioni sui contenuti della scoperta, ma la notizia fu comunque ripresa da molti giornali e blog che si occupano di scienza, sui quali furono pubblicati commenti e ipotesi su che cosa potesse avere scoperto Curiosity, con un parere quasi unanime sulla possibilità che il robot avesse trovato indizi di qualche forma di vita ospitata un tempo da Marte.
(Le foto di Marte in alta definizione di Curiosity)
Nei giorni seguenti alla diffusione della notizia da parte di NPR, la NASA è stata estremamente cauta nel diffondere notizie che potessero in qualche modo sostenere o confermare le parole di Grotzinger. Alcuni ricercatori dell’ente spaziale hanno cercato di ridimensionare la cosa e di ridurre le aspettative, in attesa di qualcosa di ufficiale da parte della stessa NASA. Dopo giorni di ipotesi e speculazioni, ieri i responsabili del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena (California) hanno diffuso un comunicato che sostanzialmente smentisce le parole di Grotzinger e la faccenda della notizia da libri di storia, rimandando a una conferenza stampa fissata per il prossimo 3 dicembre.
Scrive la NASA:
Indiscrezioni e congetture sul fatto che ci siano nuove grandi scoperte da parte della missione in questa fase precoce non sono corrette. La conferenza sarà un aggiornamento sul primo utilizzo della serie di strumenti del rover per analizzare un campione di suolo sabbioso. Curiosity tra le altre cose sta cercando composti organici: sostanze contenenti carbonio che possono essere ingredienti per la vita. A questo punto della missione, gli strumenti sul rover non hanno identificato nessuna prova definitiva della presenza di questi composti organici marziani.
Il comunicato, molto sintetico e con un chiaro rimando alla conferenza di lunedì prossimo nella quale saranno esposti i progressi raggiunti, sembra quindi smentire per ora quanto annunciato dieci giorni fa da Grotzinger. Durante l’intervista, il ricercatore della NASA aveva spiegato che sarebbero state necessarie alcune settimane prima di poter confermare o smentire la notizia su risultati ottenuti grazie a SAM (Sample Analysis at Mars), uno strumento costituito da un gascromatografo-spettrometro di massa e da uno spettrometro laser, sistemi che servono per analizzare i gas e rilevare l’eventuale presenza di composti organici presenti nei campioni atmosferici e del suolo, in questo caso di Marte.
Grotzinger aveva fatto riferimento ad alcuni risultati ottenuti in seguito all’analisi di un campione del suolo marziano, e il fatto che si fosse esposto così tanto aveva indotto molti osservatori a pensare che i dati in suo possesso potessero essere incoraggianti e tali da lasciare poche incertezze. Si ipotizzò che la scoperta potesse essere legata alla rilevazione di alcune tracce di carbonio, necessario per costruire la vita (almeno per come la conosciamo), mentre altri pensarono che la novità potesse riguardare la conferma di una scoperta precedente sulla presenza di un flusso d’acqua nella zona in cui ora si sta muovendo Curiosity. In pochi nascosero la speranza che il rover avesse scoperto con relativa certezza che un tempo Marte avesse ospitato la vita sotto qualche forma.
Il 3 dicembre la NASA potrebbe comunque fornire dettagli e informazioni tali da mantenere alte le speranze di ricercatori, osservatori e semplici appassionati. L’ente spaziale potrebbe rivelare dettagli importanti sui primi esiti delle ricerche sul suolo marziano, rivelando la presenza di composti chimici che fanno ipotizzare anche la presenza di sostanze contenenti carbonio. Non una osservazione diretta e inequivocabile, quindi, ma la presenza di una serie di indizi alquanto incoraggianti.
(Perché spendere tanto per lo Spazio?)
Con il costante problema della riduzione dei fondi federali e un’immagine un po’ appannata, la NASA non può del resto permettersi passi falsi. Un annuncio prematuro e basato su una serie ristretta di dati sarebbe un azzardo e i responsabili dell’ente spaziale ne sono consapevoli. Curiosity, inoltre, si trova su Marte solo dall’agosto scorso e ha davanti a sé una missione lunga almeno due anni per scoprire se su Marte ci siano mai state forme di vita, anche molto elementari. I suoi strumenti hanno fornito una grande serie di informazioni molto importanti sul pianeta e molte altre continueranno ad arrivare nei prossimi mesi. E senza fretta, fanno intendere dalla NASA.