Giovedì a Taranto
Sono andate avanti le ricerche dell'operaio disperso, mentre si valutano i danni
Oggi lo stabilimento siderurgico dell’ILVA di Taranto, che ieri è stato colpito da una tromba d’aria (un tornado di categoria 1-2), ha ricominciato lentamente a produrre: anche negli impianti sotto sequestro dalla fine di luglio per disastro ambientale, ma non in quelli – l’area di lavorazione a freddo – che la direzione ha deciso di chiudere pochi giorni fa dopo alcuni arresti ordinati dalla magistratura lunedì scorso.
Intanto questa mattina alle cinque i sommozzatori dei vigili del fuoco di Taranto hanno ricominciato a cercare il disperso di ieri nell’area portuale dell’impianto: la tromba d’aria ha trascinato in mare la gru in cui stava lavorando come operatore. Ieri sera le ricerche erano state interrotte a causa della scarsa visibilità. L’uomo è stato identificato: F.Z., 29 anni, originario di un paese nei pressi di Taranto. Le ricerche, tuttavia, non hanno ancora individuato neppure la cabina della gru.
Il tornado, ieri, ha colpito la città per circa mezz’ora tra le 10.30 e le 11, provenendo dal mare e diretto verso l’interno, con venti che hanno raggiunto i 200 chilometri orari. Le aree più colpite sono state lo stabilimento ILVA, in cui sono crollate alcune ciminiere e alcuni capannoni, oltre a una torre faro nella zona portuale di carico e scarico. Fuori dall’ILVA il comune più colpito è stato quello di Statte, adiacente all’area dell’impianto. In totale, ha detto il responsabile regionale della Protezione Civile, ieri sono rimaste ferite 38 persone (20 all’interno dell’ILVA) quasi tutte in modo lieve.
Oggi tre sigle sindacali, FIM, UILM e FIOM, hanno indetto uno sciopero di otto ore in tutti gli stabilimenti del gruppo Riva. Questa sera ci sarà un incontro a Roma tra il governo e i rappresentanti sindacali, dopo che ieri il ministro dell’Ambiente Corrado Clini aveva relazionato alla Camera sulla situazione dell’impianto. Secondo tutti i mezzi di informazione, oggi verrà presentato ai sindacati un decreto legge che sarà esaminato domani al Consiglio dei ministri e che interviene sull’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell’impianto, permettendo la piena ripresa dell’attività per i prossimi due anni. Non dovrebbe essere nominato un commissario governativo, mantenendo quindi i poteri di gestione e di controllo all’ILVA.
Questa mattina l’azienda ha ripreso a produrre acciaio – come ha sempre fatto nelle ultime settimane – anche se ai minimi e nonostante un’ampia area sia sotto sequestro: bisogna chiarire che un’azienda sotto sequestro non è sempre costretta a fermare la produzione. L’effetto principale di un sequestro è che il tribunale nomina alcuni “custodi giudiziari” che si occuperanno di gestire la proprietà in attesa di una decisione definitiva. Spesso alcuni dei custodi giudiziari sono manager dell’azienda sequestrata, mantenuti al loro posto per garantire una continuità nella produzione.