Le foto del fiume Yamuna, uno dei più inquinati al mondo
Ogni giorno vi sono riversati rifiuti, prodotti chimici e acque di scarico: quella schiuma bianca non è neve
Il fiume Yamuna è il più grande affluente del Gange nell’India settentrionale, ed è anche uno dei fiumi più inquinati al mondo. Le sue acque originano dal ghiacciaio Yamunotri nella parte inferiore dell’Himalaya nello stato dell’Uttarakhand, a circa 6.400 metri di altezza. Il fiume percorre quasi 1.400 chilometri prima di raggiungere il Gange e attraversa diversi stati lungo il suo percorso. Nella pianura indo-gangetica, la grande porzione di territorio pianeggiante che si estende al centro della penisola indiana, forma un’area particolarmente fertile che è compresa tra il suo corso e quello del Gange. Il fiume è da secoli un’importante risorsa per le popolazioni locali: oltre 57 milioni di persone dipendono dalle sue acque. Lo Yamuna fornisce il 70 per cento circa dell’acqua utilizzata quotidianamente a Delhi.
Come avviene per il Gange, anche lo Yamuna è venerato dagli induisti. Nella mitologia indù Yamuna è la figlia di Surya, il dio del Sole, ed è la sorella di Yama, la divinità della morte. I fedeli organizzano riti lungo le sponde del fiume, che prevedono spesso anche bagni e immersioni nelle sue acque. Dalla zona dell’Himalaya, dove si trova la sorgente, e per circa 350 chilometri la qualità dell’acqua è considerata abbastanza buona, mentre nel tratto successivo a causa degli scarichi fognari e dei complessi industriali diventa estremamente inquinata.
Nei primi del Novecento, quando l’industrializzazione era ancora in larga parte assente, le acque del fiume Yamuna erano note per essere cristalline e limpide, specie se confrontate con quelle del fiume Gange. Il progressivo aumento della popolazione lungo il suo corso e la costruzione di numerosi impianti industriali, soprattutto negli ultimi decenni, ha però cambiato le cose rendendo lo Yamuna uno dei fiumi più inquinati al mondo. Il maggiore inquinamento si concentra proprio nella zona di New Delhi, che vi riversa circa il 58 per cento delle acque di scarico e altri rifiuti.
La capitale dell’India produce 1,9 miliardi di litri di acque di scarico al giorno. È dotata di sistemi di purificazione, ma sono inefficienti e non hanno la capacità necessaria per sostenere il grande carico giornaliero di acque sporche. Si stima che il governo abbia speso negli ultimi anni circa mezzo miliardo di dollari per risolvere il problema, e ripulire il fiume, ottenendo però scarsissimi risultati. Si parla da anni di nuovi interventi da realizzare nel sistema fognario di Delhi, con nuove soluzioni di filtraggio delle acque sporche prima che siano riversate nel fiume, ma anche in questo caso i lavori procedono a rilento.
Da circa venti anni esiste anche un progetto chiamato Yamuna Action Plan (YAP), uno dei più grandi piani mai immaginati per pulire un fiume. YAP è nato in collaborazione con la Banca giapponese per la cooperazione internazionale, che ha dato nel corso del tempo risorse per portarlo avanti insieme con il governo indiano. La prima fase del piano fu avviata nel 1993 ed è terminata dieci anni dopo, con la costruzione di alcuni sistemi fognari. Una seconda fase dello YAP si sta occupando specificamente della zona di Delhi, dove il fiume diventa molto inquinato.
Come mostrano le foto, alcune di queste diffuse tra ieri e oggi da Associated Press, nonostante gli alti livelli di inquinamento la popolazione utilizza lo Yamuna per diversi scopi, principalmente legati all’induismo. Vengono celebrati diversi riti nelle sue acque, anche quando sono ricoperte da schiuma o contaminate da altri agenti chimici, frutto di scarichi industriali. Tratti del fiume sono usati anche come discarica ed è possibile trovarvi di tutto, dai sacchetti dell’immondizia a rifiuti ingombranti a mobili usati.