Le proteste contro la pagina con le donne nude
Una vecchia tradizione dei tabloid britannici è stata di nuovo molto contestata nelle ultime settimane
Il 17 novembre un gruppo di manifestanti si è riunito fuori dalla sede del gruppo editoriale britannico News International, nella zona est di Londra, e ha protestato contro la lunga tradizione dei tabloid di mettere una donna nuda nella terza pagina del giornale. Il primo a farlo fu il Sun, che fa parte di News International, il 17 novembre 1970, con una foto della modella e attrice Stefanie Rahn.
I manifestanti hanno “consegnato” simbolicamente un biglietto di auguri alto due metri, su cui erano mostrate da un lato le immagini con cui vengono presentate le donne su alcuni tabloid – immagini sessualmente esplicite tratte principalmente dal Sun, dallo Star e da Sport – mentre dall’altro c’erano quelle con cui vengono ritratti gli uomini, che nella stragrande maggioranza dei casi appaiono invece come professionisti o figure influenti. Se non altro, sono quasi sempre vestiti.
La protesta contro il Sun e il suo direttore Dominic Mohan va avanti da diverso tempo, ma negli ultimi mesi ha acquistato molta forza, dopo che a febbraio Mohan ha difeso le “ragazze di pagina 3” chiamandole «un’innocua istituzione britannica». La dichiarazione è stata fatta durante un’udienza della Leveson Inquiry, l’inchiesta pubblica lanciata dal premier britannico David Cameron per accertare i comportamenti e l’etica dei media nel paese. L’inchiesta Leveson prosegue da mesi ed è partita dall’enorme scandalo sulle intercettazioni e i comportamenti scorretti di alcuni tabloid che ha portato alla chiusura di News of the World del gruppo News International.
Durante la protesta di qualche giorno fa, i manifestanti hanno provato a entrare negli uffici del Sun per consegnare il “biglietto di auguri” direttamente a Mohan. Il servizio di sicurezza ha chiamato la polizia, che è arrivata e ha firmato la petizione (che è anche online sul sito Change.org) indirizzata al direttore del tabloid perché «tolga le tette da pagina 3», lanciata tre mesi fa da un’attivista e che ha raccolto ad oggi quasi 60 mila firme.
In un lungo articolo che racconta la protesta contro il Sun e le molte altre iniziative contro il sessismo dei mezzi di informazione britannici (ad esempio il blog Turn Your Back On Page 3), il Guardian scrive che «la protesta contro pagina 3 è solo una dello straordinario numero di campagne in corso contro il sessismo dei media. Negli ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi, la rabbia contro il modo in cui i media ritraggono le donne in termini di visibilità, sessualizzazione e umiliazione è cresciuta a un ritmo frenetico».
Le attiviste femministe hanno diversi motivi di scontento. Una loro ricerca ha mostrato che in sole due settimane, in un campione di undici quotidiani nazionali, erano stati pubblicati circa 1.300 esempi di contenuti sessisti. Il Sun, che ha inventato la tradizione di pagina 3, è il quotidiano che ha la maggiore circolazione nel Regno Unito. Lo stesso tabloid non sembra vergognarsene particolarmente, dato che per festeggiare i 40 anni di pagina 3 ha lanciato una versione speciale delle immagini in cui è possibile ruotare le modelle a 360 gradi («siamo il primo giornale a mostrare immagini che ruotano a 360° e potete averle anche sul vostro iPad», dice l’articolo di presentazione).
Nel corso degli anni Settanta la pubblicazione di immagini femminili sessualmente attraenti è stata ripresa da molti altri quotidiani, in particolare tra i tabloid inglesi, ma anche fuori dal Regno Unito, anche se negli ultimi anni ci sono stati molti casi di abbandono di quel modello grafico apertamente sessista. Ad esempio, la “ragazza della prima pagina” (Seite-eins-Mädchen) è stata abbandonata lo scorso marzo dalla Bild. Quest’anno il giornale tedesco ha compiuto sessant’anni.