Le proteste all’ILVA di Genova
Le foto delle manifestazioni nello stabilimento di Cornigliano, che secondo i sindacati «senza Taranto ha quattro giorni di autonomia»
Ieri circa 1500 metalmeccanici dello stabilimento ILVA di Genova-Cornigliano hanno manifestato contro la chiusura dello stabilimento decisa dai vertici dell’azienda, dopo gli arresti di alcuni dirigenti e il sequestro dell’impianto di Taranto.
I lavoratori, dopo una breve assemblea, sono usciti dallo stabilimento in corteo, si sono diretti verso l’aeroporto di Genova e hanno bloccato il casello autostradale di Genova Ovest sbarrando le rampe di accesso con diversi mezzi pesanti. Molti di loro hanno poi trascorso la notte in fabbrica, dove è stata proclamata un’assemblea permanente fino a domani, giornata in cui è previsto un incontro a Palazzo Chigi tra i sindacati, gli enti locali e il Governo per trovare una soluzione e far ripartire gli impianti. Nello stesso giorno i sindacati dei metalmeccanici hanno indetto 8 ore di sciopero e una manifestazione nazionale a Roma.
Francesco Grondona, segretario della FIOM di Genova, ha spiegato che “senza Taranto, Genova ha autonomia di quattro giorni. Non saremo gli agnelli sacrificali di nessuno […] siamo contrari a qualunque chiusura”. La chiusura dell’area “a freddo” dell’impianto di Genova è arrivata dopo il sequestro deciso dal gip Patrizia Todisco dei materiali e dei prodotti stoccati in banchina a Taranto, per la maggior parte destinati agli altri stabilimenti del gruppo e ritenuti “provento di attività illecita” poichè prodotti dopo il primo sequestro dell’impianto, il 26 luglio di quest’anno. Il sequestro dei materiali, secondo l’azienda, impedisce sia le attività di produzione che quelle di commercializzazione. Nello stabilimento metallurgico di Genova lavorano 1.760 persone. Intanto nella giornata di oggi sono previste assemblee negli stabilimenti piemontesi dell’ILVA di Novi Ligure e Racconigi.