Chiude l’ILVA di Taranto
Lo ha annunciato l'azienda dopo gli arresti di oggi, il sequestro dei prodotti e il blocco delle vendite
L’ILVA ha annunciato la chiusura del contestato stabilimento di Taranto, già al centro di un’inchiesta per associazione per delinquere, disastro ambientale e concussione. Oggi sette persone sono state arrestate, tra cui il proprietario dell’azienda Emilio Riva, suo figlio Fabio e l’ex assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto, Michele Conserva. La magistratura ha anche sequestrato acciaio finito e semilavorato prodotto negli impianti da quando l’impianto è sotto sequestro, cioè dal 26 luglio, bloccandone la vendita. L’ILVA di Taranto è il più grande impianto siderurgico d’Europa.
L’Ilva chiude Taranto e tutti gli stabilimenti che Taranto rifornisce d’acciaio. Lo ha annunciato l’azienda dopo aver comunicato ai sindacati lo stop immediato di mezzo stabilimento pugliese, nel giorno in cui sono scattati altri sette arresti per la vicenda dell’Ilva e il sequestro dei prodotti della fabbrica tarantina. Un provvedimento che per il gruppo rende “ineluttabile” la chiusura dell’Ilva a Taranto, ma anche quella di tutti gli stabilimenti del gruppo. Immediata si è fatta sentire la voce della Fiom che invita gli operai a non lasciare il proprio posto di lavoro. “L’azienda sta comunicando in questo momento che da stasera fermano gli impianti di tutta l’area a freddo – dice il segretario della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli – noi invitiamo invece i lavoratori che devono finire il turno a rimanere al loro posto e a quelli che montando domani mattina di presentarsi regolarmente”.
LO STOP AGLI IMPIANTI TARANTINI – Con una nota l’azienda ha disposto a partire dal turno serale la sospensione di tutte le attività lavorative negli impianti dello stabilimento siderurgico che non sono sottoposti a sequestro. Lo si apprende da fonti sindacali. “La conseguenza è che gli operai di questi impianti, dell’area a freddo del colosso, saranno collocati in ferie”, spiega Mimmo Panarelli, segretario provinciale della Fim. Il provvedimento riguarda la parte di impianti ancora nella disponibilità e sotto la gestione diretta dell’azienda. L’Ilva infatti non può prendere decisioni sui sei reparti finiti sotto sequestro lo scorso luglio. La decisione riguarderebbe circa 5000 operai. Domani pomeriggio è previsto un nuovo incontro tra direzione e sindacati.
(continua a leggere su Repubblica Bari)
foto: LaPresse