Il corpo di Arafat sarà riesumato
Martedì prossimo, in Cisgiordania, davanti ai giudici francesi che indagano sulla possibilità che il leader palestinese sia stato avvelenato
Martedì prossimo il corpo di Yasser Arafat, ex leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e premio Nobel per la pace, sarà riesumato a Ramallah, in Cisgiordania. Esperti francesi, russi e svizzeri saranno autorizzati a prelevare dei campioni e a svolgere analisi per scoprire se la morte del leader fu naturale o si trattò di un avvelenamento. Arafat morì in Francia, nel 2004, dopo un mese di malattia. La causa della morte fu attribuita dai medici francesi ad un’emorragia celebrale.
Il caso è stato riaperto quest’estate quando un laboratorio di Losanna, in Svizzera, ha dichiarato che in una macchia di urina sulla biancheria di Arafat era presente una quantità di polonio superiore di venti volte a quella necessaria ad uccidere un uomo. Il polonio è la stessa sostanza radioattiva che venne usata per uccidere nel 2006, a Londra, l’ex spia russa Alexander Litvinenko.
Gli abiti di Arafat erano stati inviati al laboratorio dalla televisione araba Al Jazeera che, a sua volta, li aveva ricevuti da Suha Arafat, vedova del leader palestinese. In seguito alle analisi e alla campagna portata avanti da Suha Arafat, un tribunale francese ha aperto un’inchiesta per omicidio. Fin dal 2004 molti leader palestinesi hanno sostenuto che la morte di Arafat fu dovuta ad un avvelenamento con polonio da parte di agenti israeliani.
In realtà lo stesso laboratorio svizzero affermò che i sintomi di Arafat prima della morte non erano compatibili con un avvelenamento da polonio. In particolare non risulta che Arafat abbia mai perso capelli durante il mese di malattia che precedette la morte, ma la perdita di capelli è proprio uno dei primi e più evidenti sintomi di avvelenamento da polonio. L’unico modo per determinare se Arafat sia stato avvelenato, hanno dichiarato gli scienziati, è quello di analizzare i resti del suo corpo.
Foto: Hussane Hussane/PPO/Getty Images