A che punto è il salvataggio di Cipro
Se n'è parlato ieri durante la riunione dei leader europei: il governo ha detto che sarà presentato la prossima settimana, ma i creditori internazionali l'hanno smentito
Durante il vertice a Bruxelles di ieri tra i leader europei, si è parlato anche del programma di salvataggio dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea per Cipro: l’accordo finale sembra essere a buon punto e sarà annunciato la prossima settimana, ha detto Stefanos Stefanou, il portavoce del governo cipriota.
Il piano prevede nuovi finanziamenti soprattutto per le banche del paese: queste hanno subìto pesanti perdite per la loro esposizione causata dai legami commerciali che hanno con la Grecia. I funzionari dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea hanno spiegato però che la discussione non è affatto conclusa e che il programma, che dipenderà anche dalle misure che presenterà il governo di Cipro, è ancora in fase di studio, smentendo in parte le dichiarazioni del governo.
L’accordo dovrebbe prevedere un piano da 16-17 miliardi di euro, che equivale più o meno al Prodotto Interno Lordo annuo del paese, e dovrà essere approvato, tramite ratifica, dai parlamenti dei paesi della zona dell’euro. Il governo dovrà attuare quindi misure di rafforzamento dei conti pubblici, riformare e rafforzare il sistema bancario e produttivo. Inoltre, nelle prossime settimane saranno pubblicati i risultati dei test richiesti dai creditori istituzionali, per verificare il reale stato di salute del sistema bancario. Il primo termine temporale fissato dalla BCE per la ricapitalizzazione delle banche cipriote è infatti scaduto: proprio a causa di questo obiettivo fallito è stato richiesto il “salvataggio”.
Le banche hanno perso molti soldi per i prestiti dati al governo greco, tramite l’acquisto di obbligazioni, che si aggiungono a quelli prestati alle imprese locali. In totale, le banche hanno un debito di 152 miliardi di euro, otto volte il PIL del paese, secondo una stima del Fondo Monetario Internazionale. Già nel giugno scorso le due più grandi banche del paese, la Banca di Cipro e la Banca Popolare di Cipro, avevano chiesto aiuti allo Stato per 2 miliardi di euro.
Ieri l’agenzia di rating Fitch ha declassato il giudizio sulle loro obbligazioni (oltre a quelle della Banca Ellenica) al livello più basso, prevedendo il pericolo di un default. È probabile comunque che gli aiuti da parte dello Stato continuino, per quello che si potrà, anche se il paese da ormai un anno non riesce a finanziarsi sul mercato a causa del “livello spazzatura” delle proprie obbligazioni.
Per questo motivo il governo cipriota ha iniziato una trattativa con l’Unione Europea per un programma di salvataggio, cercando anche altre soluzioni, rivolgendosi alla Russia e alla Cina per nuovi prestiti: la Russia ha già prestato a Cipro 2,5 miliardi di euro in base a un rapporto d’affari tra i due paesi, per i conti depositati da molti uomini d’affari russi a causa delle aliquote fiscali vantaggiose offerte da Cipro. Si prospettano quindi pesanti misure d’austerità da parte del governo, che per ottenere i prestiti internazionali dovrà attuare un programma difficile, com’è stato per il Portogallo, la Grecia e l’Irlanda: il leader del sindacato del settore pubblico (PASIDY) Glafkos Hatzipetrou, ha detto che sarà «un massacro» per i lavoratori.
Foto: Demetris Christofias, il presidente della Repubblica di Cipro (GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)