Gli “atti dovuti” della giunta Polverini
Sergio Rizzo sul Corriere racconta i provvedimenti costosi e tutt'altro che urgenti decisi dal governo regionale del Lazio dopo le dimissioni
Sul Corriere della Sera di oggi, Sergio Rizzo si occupa dei provvedimenti assunti dalla giunta di Renata Polverini dopo le dimissioni di fine settembre. Ne sono stati varati diversi, ma non tutti sembrano rientrare pienamente negli “atti dovuti” e di “ordinaria amministrazione” in attesa delle nuove elezioni.
La scheda valutativa che i dirigenti dovranno compilare ha soltanto cinque caselle: sufficiente, discreto, buono, distinto e ottimo. Quella specie di «6 politico-sindacale» che garantirebbe a tutto il personale del governo regionale almeno il 75 per cento del premio di produttività, così dice l’intesa, è stato concordato il 10 ottobre, quando Renata Polverini e assessori erano ufficialmente dimissionari già da un paio di settimane. Magari le trattative erano cominciate ben prima della crisi. E certo l’accordo era già definito. Ma una giunta dimissionaria che lascia in eredità ai successori, sapendo di non poter succedere a se stessa, si prende una bella responsabilità.
Altri interrogativi. Possono essere catalogate come semplici «atti dovuti» le varianti ai piani regolatori e le delibere urbanistiche sfornate dal vicepresidente Luciano Ciocchetti, ex parlamentare dell’Udc? Come i cambiamenti di destinazione d’uso di alcuni immobili dell’agglomerato industriale di Castel Romano che consentiranno la nascita di centri commerciali. Oppure la riconversione dell’ex stabilimento Banci Sud di Pomezia, richiesta dalla società Goodwind Re, amministrata dall’avvocato Giovanni Lombardi Stronati, professionista un tempo in rapporti d’affari con Marco Squatriti. O ancora le «compensazioni edificatorie» (traduzione: palazzine) di Casal Lumbroso, nel Comune di Roma. Le varianti dei piani regolatori di Sutri e Bolsena, nel viterbese, per consentire rispettivamente la costruzione di una chiesa e di strutture turistiche. E le delibere urbanistiche relative a Ronciglione, Zagarolo, Capranica, Contigliano… Tutta roba che viene da vecchie decisioni dei Comuni, e il cui iter era già da tempo in atto. Ma non si potevano ratificare prima? Anche per questo sarebbe bene che la giunta Polverini sgombrasse il campo dai sospetti che si vanno addensando in questi giorni con le pratiche sul tavolo di Ciocchetti.