Perché scioperano all’Espresso
Il sito sarà fermo fino a giovedì e il giornale non uscirà "contro il pesante programma di tagli annunciato dall'azienda"
In evidenza sulla homepage del sito dell’Espresso, oggi c’è un avviso per comunicare due giorni di sciopero della redazione della rivista. Il sito non sarà aggiornato né oggi né domani, e tornerà con le normali pubblicazioni online solamente giovedì. Il cartaceo non sarà in edicola questa settimana.
L’assemblea dei giornalisti dell’Espresso ha pubblicato un breve comunicato per motivare lo sciopero.
L’assemblea dell’Espresso proclama due giorni di sciopero in segno di protesta contro il pesante programma di tagli annunciato dall’azienda in assenza di un piano editoriale.
Con questa azione i redattori dell’Espresso intendono tutelare il patrimonio di una testata tra le prime in Italia per storia, prestigio e qualità.
I tagli all’organico, nonostante un bilancio di gruppo in utile anche per il 2012, mettono a rischio il livello dell’informazione fino ad oggi fornita da questo settimanale. L’Espresso in questi anni ha continuato a distinguersi per le sue battaglie civili, le sue inchieste e la sua indipendenza da qualsiasi centro di potere. I giornalisti dell’Espresso intendono continuare ad essere al servizio del loro pubblico con mezzi adeguati e non accetteranno di tradire il patto di fiducia costruito nei decenni con i lettori.
L’assemblea dell’Espresso affida al comitato di redazione un pacchetto di ulteriori otto giorni di sciopero.
L’assemblea dell’Espresso
Come spiega Marco Capisani su ItaliaOggi, i tagli cui fa riferimento il comunicato sono legati al prepensionamento di 12 giornalisti, come richiesto dalla casa editrice. Il gruppo editoriale che pubblica la rivista ha avviato una procedura di crisi “in modo da arginare le perdite del settimanale che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dovrebbero essere pari a circa 4 milioni di euro a fine 2012”.
I prepensionamenti dovrebbero riguardare principalmente i giornalisti più anziani, sia per età sia per posizione contributiva. Lascerebbero quindi diversi giornalisti e capiredattori e forse i due vicedirettori Orazio Carabini e Claudio Lindner, ipotizzano sempre su ItaliaOggi. Il piano di riorganizzazione prevede anche la chiusura dell’ufficio di corrispondenza di New York.