Le foto delle proteste al Cairo
Ieri centinaia di egiziani hanno ricordato le storiche proteste di un anno fa in via Mohamed Mahmoud, quando oltre 40 persone furono uccise negli scontri con la polizia
Ieri al Cairo centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a un anno dai disordini che provocarono la morte di più di 40 persone. Centinaia di dimostranti hanno lanciato pietre e bottiglie molotov contro gli agenti di polizia, che hanno risposto con i gas lacrimogeni.
La grande mobilitazione di ieri in Egitto è stata organizzata per ricordare l’anniversario della “battaglia di Mohamed Mahmoud”: a novembre dello scorso anno, per circa sei giorni, le forze di polizia del CSF (Central Security Forces) repressero in maniera molto violenta le proteste che si erano concentrate tra piazza Tahrir e via Mohamed Mahmoud, nei pressi del ministero dell’Interno. I dimostranti erano scesi in piazza per chiedere giustizia per le vittime delle precedenti proteste in piazza Tahrir nel gennaio e febbraio del 2011 e per manifestare contro la giunta militare guidata dal generale Mohamed Tantawi, che governava il paese dopo la caduta di Mubarak. Ci fu una vera e propria battaglia in cui morirono decine di persone, soprattutto giovani, molti dei quali rimasero ciechi a causa dei cecchini, che ebbero l’ordine di mirare agli occhi. Per questo motivo via Mohamed Mahmoud è stata ribattezzata dai manifestanti la “via degli occhi della libertà”.
La battaglia di via Mohamed Mahmoud fu di primaria importanza perché secondo molti osservatori diede inizio a una serie di rivolte che portarono il generale Tantawi ad accelerare il percorso di cessione della sovranità al popolo attraverso libere elezioni. Durante le diverse marce di protesta di ieri, partite dall’università del Cairo e poi confluite in piazza Tahrir, gli slogan erano tutti contro il presidente Mursi, accusato di aver dimenticato le promesse di risarcimento alle famiglie delle vittime e di liberazione dei rivoluzionari detenuti ma soprattutto di aver onorato il generale Tantawi, oggi in pensione, colpevole secondo i manifestanti di quanto avvenuto lo scorso anno.