10 motivi per abolire le interviste alla gente comune
Li ha elencati sulla Lettura il critico televisivo Aldo Grasso, per spiegare perché bisogna smettere di chiedere l'opinione dei passanti su qualsiasi cosa
Sulla Lettura del Corriere della sera della scorsa settimana, il critico televisivo Aldo Grasso elenca dieci motivi a sostegno dell’abolizione delle «interviste alla cosiddetta gente comune» dai telegiornali e dai programmi di informazione.
Vorrei avanzare un’immodesta proposta: l’abolizione nei telegiornali, o in altri programmi informativi, delle interviste alla cosiddetta gente comune. Provo a proporre dieci buon motivi per la loro definitiva cancellazione.
1) Innanzitutto, non servono a niente, sono piene di banalità, fanno colore e basta;
2) Sono altamente manipolabili: il giornalista fa dieci interviste e manda in onda quelle tre o quattro che servono a sostenere la tesi del servizio;
3) La gente, pur di apparire, è pronta a dire qualunque cosa, a sostenere qualsiasi tesi, come hanno dimostrato le gag del «tg della strada» di Geppi Cucciari. La stessa persona, intervistata per un finto Tg3 diceva bianco, intervistata per Studio Aperto diceva nero;
4) Il passante disposto a farsi intervistare per strada da un tg o è un perdigiorno o un esibizionista. Spesso entrambe le cose;
5) L’uomo della strada viene spesso spacciato come opinione pubblica (altro fantasma temibile) o come «vox populi», il che non è vero. È solo sbornia demagogica;
(continua a leggere sul sito della Lettura)
– Tg1: Arsciuàr? (video)