Scioperi e scontri in Italia e in Europa
Le foto della più grossa azione di protesta mai coordinata finora tra i sindacati europei: in Italia scontri in molte città, tra cui Roma, Milano e Torino
Oggi in molti paesi europei sono in corso scioperi e manifestazioni contro la crisi economica e le misure di austerità approvate dai governi: si tratta della più grossa azione di protesta mai coordinata finora tra i lavoratori europei. In Italia sono stati organizzati cortei in circa 25 città e la CGIL ha previsto un’astensione dal lavoro di almeno quattro ore.
(Il video di un poliziotto che prende un manifestante a manganellate in faccia, a Roma)
In piazza oltre ai lavoratori, per lo più precari, ci sono anche molti studenti con cortei contro diverse decisioni del governo. A Torino alcuni manifestanti hanno invaso la sede locale dell’Agenzia delle entrate, dove hanno dato fuoco ad alcuni documenti, e successivamente hanno occupato il cantiere del grattacielo Intesa Sanpaolo in fase di costruzione vicino al Palazzo di giustizia. Due violenti hanno colpito un agente di polizia con una mazza da baseball e il manico di un piccone, frantumandogli il caso e procurandogli alcune ferite. È stato ricoverato e non è in gravi condizioni. Altri due agenti hanno riportato contusioni e otto manifestanti sono stati fermati.
A Roma durante i cortei si sono verificati diversi atti di vandalismo, da parte di alcuni violenti. Negli scontri con alcuni manifestanti sono rimasti feriti 16 appartenenti alle forze dell’ordine, che hanno risposto con cariche per disperdere alcuni gruppi sul lungotevere. Diciotto persone sono stati accompagnati in diversi uffici di polizia per accertamenti e un centinaio di persone sono state identificate nel corteo. Ci sono stati anche episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine, almeno a giudicare da questo video che sta circolando molto online in cui un manifestante viene preso a manganellate sul viso. Si stima che le persone ferite siano state complessivamente una trentina.
A Padova si sono registrati alcuni scontri, con il ferimento di due agenti e di due studenti. A Brescia sono stati fermati tre studenti e c’è stata una carica della polizia contro il corteo. A Venezia un gruppo di attivisti ha fatto irruzione in una banca. Ci sono state manifestazioni in molte altre città comprese Trieste, Milano (dove ci sono stati problemi al traffico e un paio di cariche della polizia), Parma, Bologna, Palermo e in diverse città della Puglia.
In Spagna e Portogallo è in corso lo sciopero generale dalla mezzanotte di ieri, accompagnato da manifestazioni che continueranno anche nella giornata di oggi. In Italia lo sciopero generale è stato proclamato dalla CGIL per quattro ore, dalle 14 alle 18. Già da stamattina però ci saranno manifestazioni di studenti, insegnanti, precari e operai in tutta Italia. In Grecia i sindacati hanno indetto tre ore di sciopero e una manifestazione ad Atene: secondo la polizia greca vi prenderanno parte 10 mila persone. In Belgio ci sarà lo sciopero dei ferrovieri mentre in Francia i sindacati hanno indetto lo sciopero nel settore pubblico ma non è ancora chiaro quanti lavoratori aderiranno. In questo caso non si tratta di proteste anti-governative ma in segno di solidarietà con gli altri lavoratori europei.
Altre manifestazioni di solidarietà per i paesi più colpiti dai tagli si terranno in Germania, Austria, Svizzera, Olanda, Lussemburgo. Marce e proteste si terranno anche in Regno Unito, Cipro, Polonia, Slovenia, Romania e Repubblica Ceca. La giornata di proteste è stata organizzata da una quarantina di sindacati e interesserà 23 paesi europei; i lavoratori che aderiranno agli scioperi saranno almeno 25 milioni.
La giornata europea di azione e solidarietà è stata organizzata dai più importanti sindacati europei per chiedere la fine dei tagli e delle misure di austerità dei governi europei, accusati di peggiorare la situazione anziché risolverla. Sul sito della Confederazione europea dei sindacati – che rappresenta 85 unioni sindacali di 36 paesi per un totale di 60 milioni di persone – si legge che l’obiettivo delle proteste è:
«chiedere ai leader europei di mostrare la loro determinazione nell’affrontare il problema della disoccupazione e di rispondere alla crescente preoccupazione sociale sentita da molti cittadini europei. Le misure di austerità sono a un binario morto e devono essere abbandonate. La rete sociale e gli stipendi non possono essere sacrificati più a lungo. Si tratta di un’emergenza sociale ed è il momento di ascoltare quello che i cittadini e i lavoratori hanno da dire».
La Confederazione ha anche pubblicato una mappa in cui sono segnalate le principali manifestazioni organizzate oggi in Europa, a cui uniscono sindacati, partiti di opposizione, movimenti di attivisti, precari, disoccupati contro i governi nazionali, il mondo delle banche e della finanza e la cosiddetta troika (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, Unione europea). La speranza è di influenzare in qualche modo le decisioni della prossima riunione straordinaria del Consiglio europeo dedicato a discutere il budget dell’Unione europea, che si terrà a Bruxelles il 22 e 23 novembre. Gli hashtag per seguire gli aggiornamenti delle protese su Twitter sono #14N e #14Nov2012.
Time riporta l’opinione di alcuni analisti, tra cui Fabian Zuleeg, economista all’European Policy Centre di Bruxelles, che ha definito il fenomeno un’«europeizzazione del dibattito» dove i movimenti sindacali «hanno capito che se vogliono avere un risultato devono portare le loro proteste a un livello più alto, un livello europeo». Ben Tonra, professore di relazioni internazionali alla University College Dublin, collega lo sciopero alla creazione di uno spazio pubblico europeo e la diffusione dello strumento dello sciopero a paesi che non hanno una lunga tradizione di proteste di massa, come la Germania e la Finlandia. Sempre secondo Zuleeg «è molto improbabile» che la giornata di oggi «cambi il corso generale della direzione che abbiamo intrapreso. Ma può essere un segnale ai capi di governo che ci sono cose altre che devono prendere in considerazione, come per esempio la disoccupazione».