Un mese di acqua alta a Venezia
Le foto più belle di un altro autunno a mollo
Nella mattina di domenica 11 novembre, intorno alle 9:30, la marea a Venezia ha raggiunto quasi il metro e mezzo di altezza, facendo registrare uno dei picchi record degli ultimi anni per quanto riguarda la cosiddetta acqua alta. Il dato di 149 centimetri è infatti il sesto più alto da quando sono iniziate le rilevazioni in maniera sistematica delle maree in città nel 1923. Il fenomeno è stato particolarmente acuto a causa della presenza di forti venti di scirocco sul mare Adriatico nel corso della notte, con raffiche che hanno raggiunto gli 80 chilometri orari. Il Centro maree del Comune di Venezia aveva inizialmente previsto un minore innalzamento dell’acqua e ha rivisto in corso la previsione, causando qualche inevitabile disagio alla popolazione, che è stata avvisata con minore anticipo rispetto al solito.
I disagi e i problemi per i cittadini (e di conseguenza per i turisti) a Venezia proseguono dalla fine di ottobre, da quando per diverse ore del giorno l’acqua ha invaso piazze e marciapiedi nella laguna. Oltre al picco di domenica, ce n’è stato un altro notevole il primo di novembre, quando l’acqua alta ha raggiunto i 143 centimetri, il 15esimo dato più alto da quando sono registrati con continuità gli effetti delle alte maree in città. In questo caso il fenomeno si è verificato in seguito ai forti venti di bora, che hanno portato acqua alta anche a Chioggia, dove sono state allagate diverse zone del centro cittadino e dove si è anche verificato un blackout dell’illuminazione pubblica.
L’acqua alta a Venezia si verifica principalmente in autunno e in primavera, ed è un classico delle fotografie che mostrano la città. Il modo di dire indica i picchi di marea che si verificano nell’Adriatico settentrionale, la cui forma a “catino” fa sì che si verifichino maree molto più pronunciate che nel resto del Mediterraneo. Lungo il litorale veneto il fenomeno è accentuato anche da altri fattori, a cominciare dai forti venti che rallentano lo scarico delle acque dai fiumi e dalle aree lagunari. Diversi interventi dell’uomo, dalla costruzione del ponte ferroviario alla realizzazione dell’area industriale di Porto Marghera hanno aggravato il problema, rendendo ancora più difficile il normale deflusso delle acque.
La città di Venezia, naturalmente, non si allaga allo stesso modo in tutte le sue zone. Molto dipende dalle differenze di altezza sul livello del mare dei territori della laguna, dalla distanza tra i vari canali e dall’altezza delle rive. La presenza dei tombini, collegati direttamente ai canali, può inoltre far sì che l’acqua durante le alte maree viaggi al contrario, sgorgando su marciapiedi e piazze.
Da decenni si ipotizzano sistemi e soluzioni per arginare il problema dell’acqua alta a Venezia. Il progetto più promettente, ma al tempo stesso controverso e spesso criticato, riguarda la costruzione (ancora in corso) del MOSE. L’idea è quella di collocare lungo i fondali delle bocche di porto della laguna una serie di barriere mobili, che sarebbero poi innalzate durante i picchi di marea per evitare che l’acqua alta raggiunga la città. Il sistema non è completamente risolutivo, ma eviterebbe lunghi periodi di acqua alta come quello di questi giorni e permetterebbe al tempo stesso di non influire negativamente sull’attività portuale.
Il record per quanto riguarda l’acqua alta dal 1923 a oggi fu registrato il 4 novembre del 1966, quando il picco di marea registrato fu di 194 centimetri. Cinque delle diciassette acque alte eccezionali rilevate da allora si sono verificate negli ultimi tre anni.