La solitudine di Luis Suarez
La storia dietro il popolare video dell'attaccante del Liverpool che esulta snobbato dai compagni, che pare non sopportino più le sue scorrettezze
Domenica scorsa il calciatore del Liverpool Luis Suarez è stato protagonista di una scena piuttosto bizzarra allo Stamford Bridge, lo stadio del Chelsea, circolata moltissimo in questi giorni sui siti di news e sui social network. Il Liverpool perdeva 1-0, Suarez ha fatto gol pareggiando a venti minuti dalla fine. Ha festeggiato correndo verso la bandierina del calcio d’angolo ma quando si è voltato in cerca dei suoi compagni non ha trovato nessuno a esultare con lui. Dopo un momento di visibile imbarazzo Suarez si è voltato verso la folla e ha lanciato baci ai tifosi.
Il video sta girando parecchio accoppiato a un sarcastico sottofondo musicale e ha fatto discutere delle ragioni di quanto successo. Da una parte c’è chi sostiene che i compagni di squadra di Suarez abbiano semplicemente deciso di festeggiare il gol con il difensore Jamie Carragher, 34 anni, veterano del calcio inglese, autore dell’assist. Dall’altra parte, molti credono che quanto successo sia la prova finale di come Suarez sia isolato e malsopportato, soprattutto per il suo carattere polemico e per le sue frequenti simulazioni, nonostante sia obiettivamente molto forte e abbia già segnato 11 gol in questa stagione.
Luis Suarez, soprannominato El Pistolero, ha 25 anni ed è uruguaiano. Dopo un anno nel Nacional di Montevideo è stato acquistato dal Groningen, una squadra dei Paesi Bassi, dove in un solo anno ha segnato 29 gol. L’anno successivo è stato comprato dall’Ajax per 7,5 milioni di euro. Nei quattro anni trascorsi ad Amsterdam ha segnato 110 gol, un record, e ha cominciato a far conoscere anche i lati peggiori del suo carattere: durante una partita contro il PSV Eindhoven azzannò letteralmente al collo un avversario, Otman Bakkal, e per questo venne squalificato e sospeso dalla sua squadra.
Nel gennaio del 2011 Suarez è stato ceduto al Liverpool per 26,5 milioni di euro. A Liverpool ha cominciato molto bene, mettendo in mostra da subito le sue grandi qualità tecniche, e nell’estate dello stesso anno ha vinto con l’Uruguay la Coppa America, risultando alla fine capocannoniere e miglior giocatore del torneo. A ottobre del 2011 succede però l’episodio che più di tutti cambia la sua reputazione. Durante una partita contro il Manchester United, Suarez ha dato per sette volte del “nigger” al terzino francese Patrick Evra. La successiva inchiesta sull’episodio della federazione inglese ha portato a una pesante squalifica.
Una volta tornato a giocare, Suarez non ha fatto però molto per migliorare la propria reputazione: nella gara di ritorno contro il Manchester United si è rifiutato di stringere la mano a Evra e per questo è stato fischiato all’Old Trafford e criticato dalla stampa e dall’ambiente. Dopo qualche giorno ha chiesto scusa a Evra ma presto la fama di razzista ha iniziato a precedere le sue qualità di calciatore.
Nel corso di questi due anni a Liverpool Luis Suarez si è costruito un’altra fama piuttosto discutibile: quella di simulatore, guadagnata con azioni di questo genere.
Prima di una partita del Liverpool contro l’Everton, l’allenatore dell’Everton David Moyes lo accusò di essere un “tuffatore”. La risposta di Suarez arrivò in campo: dopo aver segnato, andò a esultare davanti alla panchina della squadra avversaria tuffandosi proprio davanti a Moyes.
Quanto successo domenica contro il Chelsea ha di nuovo attirato l’attenzione su Suarez, in una partita in cui è stato protagonista un altro importante giocatore che sta cercando di “riabilitare” il proprio nome: John Terry, che rientrava dopo quattro giornate di squalifica per insulti razzisti rivolti la scorsa stagione ad Anton Ferdinand. Terry ha segnato il gol del Chelsea ma prima dell’intervallo è uscito per un infortunio al ginocchio causato da uno scontro proprio con Luis Suarez.