Ora i ribelli siriani hanno un capo
Mouaz al-Khatib è considerato un religioso moderato e cercherà di guidare tutte le fazioni dell'opposizione ad Assad
Si è concluso ieri a Doha, in Qatar, un importante incontro tra i membri dell’opposizione siriana. Dopo giorni di negoziati i diversi gruppi che si oppongono ad Assad, tra cui ribelli, dissidenti e minoranze etniche e religiose, hanno proposto di formare una “Coalizione Nazionale delle Forze della Rivoluzione e dell’Opposizione”, un nuovo organo costituito da 60 membri. La nuova formazione, dopo essere stata riconosciuta a livello internazionale, avrà il compito di formare un governo provvisorio, un consiglio militare e una commissione giuridica.
A capo del nuovo organo è stato eletto Mouaz al-Khatib, 50 anni, un religioso sunnita considerato riformista e moderato, arrestato diverse volte per aver criticato apertamente il presidente siriano Bashar al-Assad. Khatib, ex imam della grande moschea Umayyad a Damasco, ha abbandonato la Siria e si è rifugiato al Cairo nel luglio scorso. Dopo essere stato eletto ha immediatamente rivolto un appello ai soldati affinché disertino e lascino l’esercito siriano. Come vice presidenti sono stati eletti Riad Seif, imprenditore ed ex deputato, e Suhair al-Atassi, storica attivista per i diritti umani e delle donne.
Riad Seif, oppositore storico del regime di Assad, aveva lanciato nei giorni scorsi l’Iniziativa Nazionale Siriana, sostenuta dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali, per unire l’opposizione in esilio con i ribelli che combattono in Siria e i comitati di coordinamento locali. Questo in contrapposizione al CNS (Consiglio Nazionale Siriano), che ha invece base a Istanbul ed è formato soltanto da dissidenti esiliati all’estero. Gli Stati Uniti avevano appoggiato Seif e criticato il Consiglio proprio per la sua scarsa rappresentatività e gli scarsi contatti con i ribelli armati. Da parte sua il CNS si era inizialmente opposto all’accordo di Doha, pretendendo una maggiore rappresentanza nell’assemblea. Ma le pressioni di Qatar, Emirati Arabi e Stati Uniti hanno fatto si che gli esponenti del CNS rivedessero le loro richieste: dei 60 posti a disposizione nella nuova assemblea 22 saranno suoi.
L’accordo è stato firmato durante una cerimonia ufficiale alla presenza del primo ministro del Qatar, del capo della diplomazia turca e di diversi rappresentanti dei paesi arabi e occidentali. A poche ore dalla firma molti paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia, hanno espresso il loro sostegno alla nuova formazione.
foto: KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images