Il Gabon ha bloccato il nuovo Megaupload
Sì, il Gabon: Kim Dotcom voleva aprirlo all'indirizzo www.me.ga ma il governo africano si è messo in mezzo e ora l'indirizzo è stato hackerato
Il tentativo di creare un nuovo sito di file sharing simile a Megaupload, chiuso a gennaio 2012 dalle autorità statunitensi, è stato bloccato dal governo del Gabon, che ha negato il permesso di utilizzare l’indirizzo www.me.ga. L’annuncio è stato fatto dal ministro delle Comunicazioni del paese africano, Blaise Louembe, dicendo che la preoccupazione del governo era che il sito avrebbe agevolato attività di violazione del copyright.
Il fondatore di Megaupload e Megavideo e l’ideatore del nuovo progetto, Kim Dotcom, è impegnato in una battaglia legale per cercare di evitare l’estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di frode e riciclaggio. Dotcom ha 38 anni, è nato in Germania come Kim Schmitz (ha poi cambiato legalmente il suo cognome in Dotcom, ovvero “punto com”) e attualmente si trova in Nuova Zelanda. Non sembra aver preso bene la decisione del Gabon e ha scritto diversi messaggi sarcastici su Twitter, dicendo che la mossa del Gabon è stata imposta dagli Stati Uniti, acquirente delle grandi quantità di petrolio prodotto nel paese africano. Ha anche aggiunto che il progetto ha già un indirizzo internet alternativo da cui partire.
Dotcom aveva annunciato una settimana fa il nuovo sito, dicendo che sarebbe stato lanciato il 20 gennaio 2013, esattamente un anno dopo la chiusura di Megavideo e Megaupload da parte dell’FBI statunitense e l’arresto dello stesso Kim Dotcom insieme ad altre tre persone a Auckland, in Nuova Zelanda. Una sezione del suo sito personale contiene alcune informazioni sul progetto.
Da qualche ora l’indirizzo sembra essere stato hackerato e rimanda a un account Twitter, a sua volta collegato a una pagina internet “Ome.ga” di cui non è chiara né la gestione né i contenuti: i tweet fanno riferimento al caso di Kim Dotcom ma descrivendolo in termini negativi (come megaman, o definendo il suo progetto “megalomaniac”). In un altro messaggio si dice che se la major discografica Universal Music Group dovesse comprare l’indirizzo, parte del ricavato andrebbe a un’associazione giovanile del Gabon, il FOJEGA. Una ricerca dei proprietari dell’indirizzo tramite Whois non fornisce indicazioni sull’attuale proprietario, anche se dichiara l’indirizzo “in vendita”.