Che succede al Viminale?
Un testo anonimo accusa la polizia di irregolarità nella gestione di alcuni appalti, il vice capo si è dimesso, la procura di Roma sta indagando contro ignoti
Ieri mattina il vice capo vicario della Polizia di Stato, Nicola Izzo, ha annunciato le sue dimissioni. La decisione si deve al coinvolgimento di Izzo in una vicenda nata da un esposto anonimo arrivato nelle scorse settimane al ministero degli Interni. La vicenda riguarda presunte irregolarità nell’affidamento di appalti gestiti dal ministero ed è stata raccontata da Repubblica la settimana scorsa. L’autore dell’esposto è stato ribattezzato dai media italiani “il corvo del Viminale”. Il ministro Annamaria Cancellieri ha respinto le dimissioni di Izzo «perché credo che una persona non possa essere giudicata sulla base di un esposto anonimo sul quale non abbiamo ancora riscontri».
Il documento anonimo, inviato direttamente al ministro Cancellieri un mese fa, chiama in causa oltre a Nicola Izzo il prefetto Giuseppe Maddalena, a capo dell’Ufficio Logistico del Dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale fino allo scorso settembre. Il testo, lungo una ventina di pagine, elenca presunti casi di irregolarità nella gestione di appalti e aste per l’acquisto di impianti tecnologici: software per le centrali operative di tutta Italia, sistemi di videosorveglianza e sistemi per il rilevamento delle impronte digitali da parte della Polizia scientifica. Le imprese che avrebbero beneficiato delle modalità non trasparenti per l’assegnazione degli appalti, per evitare di dover partecipare ai bandi europei, obbligatori sopra determinati importi, sarebbero Sintel, Divitech, Telecom Italia e Beyond Security.
Nella parte finale del testo viene citato anche il caso del viceprefetto Salvatore Saporito, che a marzo del 2011 si è suicidato nella caserma di Castro Pretorio a Roma. Saporito era indagato dalla procura di Napoli per gli appalti per la realizzazione del CEN (Centro Elaborazione dati Nazionale del Viminale), che riguardava alcune società del gruppo Finmeccanica e in cui compariva anche Nicola Izzo (che non è mai stato interrogato né come indagato né come testimone). Secondo il testo, Saporito si sarebbe suicidato dopo aver cercato di opporsi al sistema degli appalti pilotati del Viminale.
Il ministro Cancellieri, dopo aver ricevuto il dossier, lo ha inviato al capo del Dipartimento di pubblica sicurezza Antonio Manganelli, che a sua volta lo ha trasmesso alla procura di Roma che ha aperto un’indagine contro ignoti. Oltre all’indagine della Procura sono in corso accertamenti all’interno del Viminale. La procura ha già ascoltato Izzo in qualità di persona informata dei fatti. Nel corso dell’audizione davanti al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, Izzo si è detto estraneo a qualsiasi illecito.