4 scenari tremendi per le elezioni USA
Se mercoledì mattina non sapremo ancora chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, probabilmente sarà perché è successa una di queste cose
Tra poco più di 24 ore, oltre 90 milioni di statunitensi si recheranno ai seggi per eleggere il loro prossimo presidente. Nelle ultime settimane la campagna elettorale tra Barack Obama, che cerca la rielezione con i democratici, e il repubblicano Mitt Romney si è fatta ulteriormente intensa, cosa che ha contribuito a fare aumentare le tensioni e a far nascere qualche preoccupazione sul regolare svolgimento delle operazioni di voto domani negli Stati Uniti. Sono timori che ricorrono praticamente a ogni elezione, ma in questo caso sono più forti del solito perché il distacco tra i due candidati è dato da diversi sondaggi come minimo ed è quindi alta la percezione da entrambe le parti di poter vincere – seppure di misura – l’elezione.
Le preoccupazioni riguardano diversi aspetti legati alle operazioni di voto, dalle possibili avarie delle macchine utilizzate per votare alle nuove regole per l’identificazione degli elettori ai seggi. Come già accaduto in passato, potrebbero poi esserci problemi con il conteggio dei “provisional ballot” (letteralmente “voti provvisori”), i voti espressi da chi ha avuto una sorta di permesso temporaneo per votare al seggio in attesa di conferme sulla sua idoneità al voto (succede per esempio quando chi vota si rifiuta di mostrare un documento di identità o non compare nelle liste elettorali o il suo nome è scritto scorrettamente). Questi voti sono contati diversi giorni dopo l’elezione e spesso, per ragioni diverse, ne vengono scartati a migliaia.
Ai seggi ci potrebbero poi essere notevoli rallentamenti e contenziosi a causa della presenza dei rappresentanti di “True the Vote“, una organizzazione riconducibile all’ala “estrema” repubblicana dei Tea Party, che vigileranno a loro modo sulle modalità di voto. Il loro obiettivo, dicono, sarà principalmente verificare che non ci siano brogli. Altri gruppi di attivisti, vicini ai democratici, saranno anche ai seggi per vigilare sui vigilanti di “True the Vote”. Potrebbero quindi saltar fuori ricorsi, contenziosi e un clima difficile in molti seggi del paese.
Entrambi gli schieramenti hanno rispettivamente migliaia di legali distribuiti nei diversi stati, pronti a intervenire per contestare le decisioni prese durante gli scrutini e ad avviare se necessario le relative cause in tribunale. In Florida, uno degli stati chiave per la vittoria alle presidenziali, ci sono già stati momenti di tensione. Viste le grandi code ai seggi, con tempi di attesa sopra le sei ore, domenica il Partito Democratico ha chiesto ai giudici di far estendere il periodo di tempo previsto per il voto anticipato, che scadeva ieri. A Miami davanti a un seggio ci sono state le proteste di alcuni elettori, che hanno urlato più volte in coro “Lasciateci votare!”.
Dopo aver consultato alcuni esperti sulle elezioni statunitensi, Michael Isikoff di NBC News ha messo insieme quattro possibili scenari da incubo immaginando che cosa potrebbe andare seriamente storto domani. È poco probabile, ed auspicabile, che si verifichino, ma meglio essere preparati a ogni evenienza.
1. La tempesta Sandy ostacola o compromette le operazione di voto e gli scrutini
L’intensa perturbazione che ha interessato la costa orientale degli Stati Uniti la scorsa settimana ha causato la morte di oltre cento persone, la devastazione di intere aree costiere e ha lasciato milioni di persone senza corrente elettrica. Domani centinaia di seggi elettorali, soprattutto nel New Jersey, saranno senza corrente o difficilmente raggiungibili. Chris Christie, il governatore dello Stato, ha spiegato che gli elettori potranno scaricare le schede elettorali da un sito governativo, votare e inviare la scheda via email. La cosa dovrebbe alleviare il problema dei seggi difficili da raggiungere o senza corrente, ma potrebbe sollevare molte preoccupazioni sulla sicurezza del voto.
Negli ultimi giorni si era anche parlato della possibilità di utilizzare alcuni camion dell’esercito, sempre in New Jersey, come sedi di emergenza per i seggi. La proposta non era però piaciuta ai democratici, preoccupati dalla possibilità che la presenza dei militari potesse disincentivare parte del loro elettorato dall’andare a votare. L’idea ora sembra essere stata accantonata, ma si sta discutendo ancora molto sulle soluzioni da adottare per assicurare il regolare svolgimento delle elezioni, anche negli altri Stati colpiti dalla tempesta.
2. Un numero molto alto di “voti provvisori” rende impossibile determinare il vincitore nella notte tra martedì e mercoledì
Questa possibilità si potrebbe verificare in Ohio, dove sono previsti fino a 200mila voti provvisori. Durante l’estate lo stato, governato dai repubblicani, ha inviato indistintamente a tutti i suoi 6,9 milioni di elettori i moduli per richiedere il voto a distanza, che di solito sono mandati solo su richiesta dei diretti interessati. Circa 1,3 milioni di elettori hanno compilato la domanda e hanno successivamente ricevuto le schede per votare a distanza. A oggi, quasi 240mila persone non hanno però inviato il loro voto per posta ed è probabile che molti di loro decidano di andare a votare al seggio. Per loro scatterà il voto provvisorio, perché sarà necessario verificare che non avessero effettivamente già votato per posta. E le leggi dello stato prevedono che il conteggio di questi voti sia avviato dieci giorni dopo quello delle elezioni.
L’Ohio è dato in bilico e quindi poche migliaia di voti potrebbero essere determinanti per la vittoria di Obama o di Romney. Secondo alcuni analisti, nel peggiore scenario possibile l’assegnazione dello stato potrebbe essere formulata diversi giorni dopo la notte elettorale.
3. I voti contesi a causa degli errori di stampa sulle schede e dei malfunzionamenti delle macchine ai seggi potrebbero rallentare il voto negli stati in bilico
Il problema si è già verificato in parte in Florida, dove circa 27mila schede per il voto a distanza sono risultate illeggibili dai sistemi automatici, per il conteggio dei voti, a causa di un errore di stampa. Gli scrutatori hanno dovuto ricopiare i voti su nuove schede, leggibili dai sistemi automatici. L’operazione è avvenuta sotto lo sguardo attento dei rappresentanti dei due schieramenti, ed è andata a rilento anche a causa delle loro proteste.
Ai seggi in cui era consentito il voto anticipato nei giorni scorsi, ci sono state segnalazioni di ulteriori malfunzionamenti delle macchine per il voto. In sei stati i repubblicani hanno chiesto alle autorità di indagare dopo che alcuni elettori avevano segnalato di aver votato per un candidato, realizzando poi che il sistema di voto aveva attribuito la loro preferenza all’altro candidato. Ci sono poi preoccupazioni per altri sedici stati in cui si può votare con macchine touchscreen, che non lasciano alcuna traccia stampata del voto, utile nel caso di riconteggi manuali.
4. I rappresentanti dei due schieramenti potrebbero creare confusione e caos ai seggi
La preoccupazione principale è legata al gruppo “True the Vote”, che ha lanciato una campagna nazionale molto aggressiva contro il rischio dei brogli elettorali. L’organizzazione ha predisposto video per istruire i suoi volontari ai seggi e ha messo a disposizione alcuni programmi per verificare che i singoli elettori abbiano i requisiti per votare. I sostenitori del movimento dicono che quella di domani sarà un’elezione vinta con uno scarto di pochi voti, e che quindi la prevenzione di possibili brogli è doverosa e necessaria.
Altri attivisti, che si battono per il diritto al voto, dicono invece che i sistemi che si apprestano a usare quelli di “True the Vote” sono intimidatori. Per questo motivo saranno anche loro presenti ai seggi per controllare come si comportano le squadre repubblicane contro i brogli. In diversi seggi potrebbero quindi verificarsi liti o minacce di contenziosi legali, che potrebbero rallentare le operazioni di voto e complicare l’elezione del nuovo presidente.