L’uomo che prova i materassi
«C'è un modo giusto e uno sbagliato di farlo», ha spiegato al San Francisco Chronicle Reuben Reynoso, che per lavoro ci salta sopra
Reuben Reynoso lavora nella prestigiosa fabbrica artigianale di materassi McRoskey, che si trova a Potrero Hill, un quartiere residenziale di San Francisco, in California. Quand’era bambino, suo padre – un ufficiale di marina – lo puniva severamente se lui e i suoi fratelli si divertivano a saltare sui letti, ma adesso che è diventato adulto si mantiene saltando su tre materassi al giorno, ha raccontato al giornalista Steve Rubenstein del San Francisco Chronicle: in pratica il lavoro che una volta i ragazzi pigri citavano per scherzo come il più piacevole che si potesse immaginare (ora prevale il collaudatore di videogames, altrettanto reale). Il suo compito è comprimere gli strati di ovatta che costituiscono il materasso – che è fatto a mano e può arrivare a costare fino a 2.730 dollari – assicurandosi che siano privi della minima imperfezione che possa compromettere il riposo dei clienti.
«È un lavoro. Non è roba per tutti. C’è un modo giusto e uno sbagliato di farlo», ha spiegato Reynoso a Rubenstein. Per prima cosa Reynoso stende una pellicola protettiva sul materasso perché non venga direttamente in contatto con i suoi piedi. A quel punto sale al centro di un lato e fa cinque salti in avanti e poi cinque indietro. Prosegue in questo modo, meticolosamente, fino a saltare su tutta la superficie. A quel punto capovolge il materasso e inizia a testare con la stessa tecnica il nuovo lato. Reynoso deve stare molto attento a non rimbalzare troppo, perché potrebbe comprimere eccessivamente e persino forare l’imbottitura. Saltare con troppa poca energia, d’altro canto, non ridurrebbe il materasso alle dimensioni necessarie per entrare nella macchina per la cucitura finale. Oppure potrebbe sfuggirgli un piccolo grumo di ovatta: in tutti e tre i casi il materasso andrebbe rifatto da capo.
Come viene prodotto un materasso da McRoskey
Saltare sui materassi è soltanto una delle ultime fasi nella produzione di un materasso artigianale, di cui McRoskey si occupa da 112 anni fabbricandone circa una decina al giorno. Per prima cosa infatti vengono sistemate le molle, su cui si appoggiano con estrema cura più di trenta strati di imbottitura in cotone e poliestere. Si tratta di un tessuto delicatissimo che si sfalda facilmente: Reynoso e i suoi colleghi lo appoggiano con molta delicatezza usando i palmi delle mani aperti così da non impigliare i pollici. A quel punto il materasso viene assemblato e bloccato con 40 spille da balia giganti e viene poi compresso e testato attraverso i salti. Per finire il materasso viene cucito da una macchina da cucire gigante simile a una sega a nastro, che applica una cucitura con un margine d’errore di 1/16 di pollice, circa 1,5 millimetri. Oltre questa misura il materasso è considerato imperfetto, viene riaperto e assemblato da capo.
Prima di guadagnarsi da vivere saltando sui materassi, Reynoso ha fatto molti altri lavori, tra cui il carpentiere, il muratore e il produttore di sciroppo di mais. Nessuno però gli ha mai dato la soddisfazione che ha nel provare i materassi, dice, un prodotto che farà parte della vita quotidiana dei clienti per decenni. Ha spiegato a Rubenstein che «dormire è una cosa molto importante. Nel mondo lo devono fare tutti: mi piace farne parte».
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