12 canzoni di Joe Jackson

Scelte dal direttore del Post, per chi stasera va a sentirlo a Roma e per chi non ci può andare

Stasera Joe Jackson suona all’Auditorium Parco della Musica di Roma per la sua terza e ultima data in Italia (dopo Gorizia e Milano). Queste sono le sue canzoni che Luca Sofri, peraltro direttore del Post, aveva scelto per il suo libro Playlist, per quelli che vanno a sentirlo e per quelli che non ci possono andare.

Joe Jackson
(1954, Burton-upon-Trent, Inghilterra)
Inglese fattosi newyorkese, sempre in cerca d’altro. Prima curioso del punk con un debole reggae, poi semplicemente rocchettaro sanguigno, poi americanizzato con interessi jazz e retrò, fino a colonne sonore e composizioni orchestrali, salvo infine rientrare su vecchie passioni rock. Straordinario creatore di pop con il pianoforte e di malinconia notturna, ed elegantone da sempre fin sopra alle copertine dei dischi.

Is she really going out with him?
(Look sharp!, 1979)
Quando eravamo ragazzi ascoltavamo “Is she really going out with him?”, una canzone che si chiedeva perché quegli schianti di ragazze non escano con noi invece che con quelli là: e la sentivamo vera per tutti noi sfigati.

Fools in love
(Look sharp!, 1979)
“Fools in love” è stupenda, ed è andata migliorando con ogni nuova incisione in concerto (la discografia ufficiale di Joe Jackson conta ormai tre registrazioni dal vivo). Andamento caraibico e inesorabile, testo altrettanto definitivo: “Pazzi d’amore, c’è nessuno di più patetico? Pazzi d’amore, che non sanno capire quando la partita è persa”.

A slow song
(Night and day, 1982)
“And I get tired of deejays, why is it always what he plays?” Meraviglioso, appassionato attacco contro la dittatura dei ritmacci da discoteca e disperata richiesta di un lento, perdìo! “I want to get near you, but I can’t even hear you”

Steppin’ out
(Night and day, 1982)
Night and day è il più noto disco di Joe Jackson, quello con cui frequentò le classifiche e le programmazioni di MTV e delle radio del mondo. Soprattutto con “Steppin’ out”, una canzonetta elegantissima dedicata alla notte newyorkese e che tiene insieme un ritmo elettronico incalzante e una melodia romantica e classica. Nel vecchio doppio live ce n’è una versione altrettanto meravigliosa completamente stravolta, lenta lenta e solenne, come se le avessero stirato i ricci.

Breaking us in two
(Night and day, 1982)
Un altro singolo, ballata triste di separazione inevitabile, tutta retta dal pianoforte e dal to-to-toc toctoc delle percussioni.

You can’t get what you want
(Body and soul, 1984)
Pezzone tirato che fu il primo singolo dopo i successi di Night and day, fatto di citazioni jazz e funk: “non puoi avere quello che vuoi, fino a che non hai capito davvero quello che vuoi”.

Not here, not now
(Body and soul, 1984)
Anche in Body and soul ci si lasciava, dolorosamente e struggentemente, e si cercava di non fare scenate in pubblico e di non litigare di fronte agli amici, in una canzone dolcissima.

Toast of the town
(Tucker, 1988)
Francis Ford Coppola assoldò Jackson per scrivere la colonna sonora di Tucker, il film con Jeff Bridges sull’avvento dell’industria automobilistica americana. Jackson si divertì parecchio, creando un suono tra il jazz e la big band, come si sente in questo minuto e mezzo di fiati scatenati, buono per aprire qualsiasi cosa vogliate aprire: da un ristorante a una prima serata televisiva.

Sentimental thing
(Blaze of glory, 1989)
Joe Jackson è un formidabile autore da musical moderno. Molte delle sue cose da Night and day in poi, sono quadri teatrali di scene sentimentali metropolitane, e alcuni dei suoi dischi dei veri concept album. In “Sentimental thing” pare di vederlo, solo in mezzo alla strada, sotto la luce di un lampione.
“All that I can wonder is what do I do with these flowers
And what do I do with my evenings
And what do you do with that ring I’m gonna go now
No you can’t hold me
Not with such a sentimental thing”

Drowning
(Laughter and lust, 1991)
È come affogare. Quando una storia è finita, anche se sai che è finita, anche se sai che non vi amate più, comunque ti resta addosso ancora tutto. E sentirlo andar via, è come affogare.

Happyland
(Night and day II, 2000)
Nel 2000 Joe Jackson pubblicò un seguito al suo celebre Night and day, una seconda puntata di canzoni dedicate a New York, sua adorata città adottiva. Era bello quasi quanto il primo. “Happyland” racconta di una ragazza ispanica sopravvissuta all’incendio che aveva bruciato la sua discoteca abituale (l’incendio ispiratore della storia avvenne davvero, nel 1990, in una discoteca del Bronx): “bailamos, esta noche bailamos!”.

Love at first light
(Volume IV, 2003)
Vi sarà capitato, no, di portarvi a casa una ragazza, e la mattina dopo non vi ricordate neanche come si chiama e la guardate dormire e mentre apre gli occhi sotto un raggio di sole per un attimo pensate che forse potreste innamorarvene. Vi sarà capitato, no?