Le elezioni in Sicilia
I due favoriti sono Crocetta, appoggiato da PD e UDC, e Musumeci, PdL e la Destra: ma sarà importante vedere il risultato del M5S
Oggi si vota per il rinnovo dei 90 membri dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) e per decidere il nuovo presidente. Si voterà solo nella giornata di oggi, dalle 8 di mattina alle 22 di questa sera, e sono chiamati a votare più di quattro milioni di siciliani. Lo spoglio comincerà domani. I candidati favoriti sono Nello Musumeci, appogiato da PdL e La Destra, e Rosario Crocetta, appoggiato da PD e UDC. Potrebbero ottenere buoni risultati anche Gianfranco Micciché, appoggiato da FLI e dal governatore uscente Raffaele Lombardo, e soprattutto Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che nelle ultime settimane ha fatto un’intensa campagna elettorale nell’isola.
(Guida alle elezioni siciliane: i principali candidati)
Si vota quindi per un giorno solo e senza ballottaggio. I siciliani avranno a disposizione due scelte. La prima è quelle di indicare la lista di uno dei dieci candidati presidenti. La seconda è la possibilità di esprimere una preferenza per uno dei candidati all’assemblea regionale presenti nella lista provinciale: ogni provincia, infatti, manderà all’assemblea un numero di deputati proporzionale alla sua popolazione. Questo significa che sarà possibile il voto disgiunto: sarà possibile indicare un candidato alla regione e poi votare per un candidato all’assemblea di una lista diversa.
Secondo le ultime indiscrezioni dei giorni scorsi – ma per diversi motivi i sondaggi in Sicilia sono sempre piuttosto inaffidabili – l’astensionismo potrebbe raggiungere il 50 per cento, mentre il candidato di PD e UDC Crocetta sembra essere leggermente avvantaggiato rispetto a Musumeci. Ma più che dallo scontro tra le due principali coalizioni, l’interesse della stampa sembra essere concentrato su Beppe Grillo, che dopo aver attraversato a nuoto lo stretto di Messina 17 giorni fa ha tenuto 40 comizi in tutta l’isola.
Anche se le elezioni siciliane non sembrano essere al centro del dibattito politico italiano, anche per le particolarità della politica in Sicilia – fatta di alleanze ed equilibri estremamente complessi e in parte diversi da quelli nazionali – i risultati mostreranno comunque alcune tendenze importanti e che potrebbero riguardare tutto il paese. L’inviato della Stampa, Amedeo La Mattina, scrive che non è impossibile che il Movimento 5 Stelle divenga uno dei primi due partiti all’Assemblea regionale, rendendo così molto difficoltoso il lavoro di chiunque sarà eletto governatore.
Anche Roberto d’Alimonte è d’accordo e sul Sole 24 Ore scrive che se il M5S prendesse anche solo più del 15% dei voti, l’unica coalizione in grado di governare la Sicilia sarebbe un’alleanza tra i due principali avversari: Crocetta e Musumeci. Proprio la pericolosità del M5S potrebbe spiegare gli attacchi rivolti nei giorni scorsi da Crocetta al candidato di Grillo Cancelleri. Secondo Crocetta, racconta Felice Cavallaro sul Corriere della Sera, Cancelleri avrebbe lavorato come tecnico in un’impresa di Caltanisetta vicino a personaggi “oscuri”.
Anche Musumeci ha attaccato Cancelleri, facendo un parallelo con Almirante: entrambi erano abili a riempire le piazze, ma Almirante poi veniva sistematicamente abbandonato alle urne. Un destino, secondo Musumeci, che colpirà anche Cancelleri. Ma non c’è solo il M5S: il PD corre alleato con l’UDC e quindi le elezioni siciliane sono un importante banco di prova per testare l’alleanza in vista delle elezioni politiche.