Wikipedia italiana protesta di nuovo
Un avviso dice che le nuove norme sulla diffamazione - cosiddette "salva Sallusti" - mettono a rischio l'esistenza futura dell'enciclopedia online
Oggi la pagina principale di Wikipedia in lingua italiana ha un grande banner in testa in cui si informano gli utenti di alcune modifiche legislative in discussione al Parlamento che danneggerebbero l’enciclopedia.
Gentili lettori,
ancora una volta l’indipendenza di Wikipedia è sotto minaccia.
In queste ore il Senato italiano sta discutendo un disegno di legge in materia di diffamazione (DDL n. 3491) che, se approvato, potrebbe imporre a ogni sito web (ivi compresa Wikipedia) la rettifica o la cancellazione dei propri contenuti dietro semplice richiesta di chi li ritenesse lesivi della propria immagine o anche della propria privacy, e prevede la condanna penale e sanzioni pecuniarie fino a 100.000 euro in caso di mancata rimozione. Simili iniziative non sono nuove, ma stavolta la loro approvazione sembra imminente. […] L’edizione in lingua italiana ha quasi un milione di voci, che ricevono 16 milioni di visite ogni giorno, ma questa norma potrebbe oscurarle per sempre.
Il disegno di legge in materia di diffamazione di cui si discute è stato presentato al Senato alla fine di settembre da Partito Democratico e Popolo della Libertà, per modificare le leggi italiane che si occupano del reato di diffamazione a mezzo stampa. Per esplicita ammissione dei partiti, il disegno di legge è stato presentato con grande urgenza in conseguenza del cosiddetto “caso Sallusti“, ovvero la condanna a 14 mesi di carcere per diffamazione aggravata del direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Ieri il disegno di legge è stato discusso in aula per la prima volta.
Il testo del decreto di legge è molto breve. Modifica la legge del 1948 sulla diffamazione a mezzo stampa e tre articoli del codice penale, togliendo anche la pena del carcere per quel reato. In Commissione e in aula sono state proposte poi decine di emendamenti che contengono un po’ di tutto.
Le norme contestate da Wikipedia sono state appunto introdotte in Commissione giustizia. Queste prevedono (al punto 1.1000/18) che chi si ritiene diffamato da un contenuto pubblicato online (su «siti informatici di natura editoriale») ne possa richiedere la rimozione entro 48 ore (punto 1.3). Il sito non è obbligato ad accontentarlo, ma se non lo fa è possibile per il richiedente ricorrere al giudice e, se il giudice valuta che il contenuto richieda effettivamente la rimozione, la può imporre e aggiungere anche sanzioni pecuniarie molto pesanti, da 5.000 a centomila euro. Come si vede, la cancellazione non è né obbligatoria né automatica, ma le sanzioni rendono la norma intimidatoria ed eccessiva, secondo i critici. Bisognerà vedere che cosa sarà approvato dal Parlamento, comunque.
Wikipedia italiana ha già preso iniziative simili a questa. L’ultima, ai primi di ottobre, protestava contro l’obbligo di rettifica (norma poi ritirata) per tutti i siti internet. Il 18 gennaio di quest’anno, invece, la versione di Wikipedia in lingua inglese è rimasta oscurata per un giorno, insieme a diversi altri siti, per protestare contro due provvedimenti in discussione al Congresso statunitense, SOPA e PIPA, poi ritirati a metà gennaio 2012.