Le polemiche sul nuovo fondo europeo per la pesca
Oggi è stato raggiunto un accordo sugli investimenti europei fino al 2020, ma secondo gli ambientalisti l'UE non fa abbastanza contro la pesca intensiva
Il Consiglio europeo dei ministri che hanno la competenza sul settore ittico ha raggiunto un accordo su quali misure potranno essere finanziate con il Fondo per gli affari marittimi e la pesca dell’Unione Europea, relativo agli anni 2014-2020. Il rappresentante dell’Italia era il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania.
A favore delle nuove misure hanno votato tutti gli stati membri tranne Germania, Svezia, Danimarca, Regno Unito e Olanda, che chiedevano una maggiore promozione della pesca sostenibile. L’entità del fondo verrà decisa nelle prossime riunioni sul budget dell’Unione Europea, ma dovrebbe aggirarsi attorno ai sei miliardi di euro.
Le misure approvate comprendono finanziamenti per la modernizzazione dei pescherecci (gli stati membri potranno impiegarvi al massimo il 15 per cento della dotazione complessiva, entro il 2017) la sostituzione dei vecchi motori e finanziamenti che coprono il fermo biologico, cioè il periodo in cui è proibito pescare e che solitamente coincide con la stagione dell’accoppiamento. Sono previsti anche fondi per rottamare i vecchi pescherecci, così da non impiegare più modelli inquinanti e dotati di vecchie attrezzature e favorire invece l’acquisto di modelli più sostenibili.
Molti ambientalisti hanno però criticato l’accordo, accusando i ministri di aver curato gli interessi dell’industria ittica senza preoccuparsi a sufficienza di promuovere politiche rispettose del mare e dei pesci. Il problema della pesca intensiva e dell’esaurimento delle risorse ittiche è infatti sempre più preoccupante e molti speravano che i ministri avrebbero fatto di più per arginare e risolvere la situazione.
Greenpeace ha spiegato che molti pescherecci europei sono già in grado di pescare due o tre volte più di quanto previsto dai regolamenti europei, e che finanziare l’acquisto di nuovi motori non farà che aumentare la loro capacità di pesca peggiorando la situazione. In particolare verrà aggravato il fenomeno piuttosto frequente dei pesci rigettati morti in mare – i cosiddetti “rigetti” – nonostante siano perfettamente commestibili. Questo perché le società ittiche non vogliono incorrere nelle sanzioni dell’Unione Europea per aver pescato più pesce di quanto stabilito dai regolamenti europei. Secondo gli ambientalisti, i ministri avrebbero invece dovuto indirizzare le risorse del fondo in misure per limitare i rigetti, in maggiori controlli sul rispetto dei regolamenti, nella raccolta dati e negli studi scientifici sulle riserve ittiche.
L’accordo dovrà essere approvato dal Parlamento europeo e potrebbe essere quindi modificato prima di entrare in vigore. Gli stati membri potranno ripartire come meglio credono il denaro in dotazione. Il fondo fa parte della riforma della Politica comune della pesca europea, che prevede tra le altre cose investimenti per la modernizzazione dei pescherecci, la messa in sicurezza dell’equipaggio, la promozione di nuovi attrezzi e modalità di pesca sostenibile.
(Foto: CTK via AP Images)