Gli scontri di ieri a Pristina
Foto e video delle proteste del movimento per l'autodeterminazione del Kosovo contro la ripresa del dialogo con la Serbia
Lunedì nel centro di Pristina, la capitale del Kosovo, ci sono stati scontri tra la polizia e alcune centinaia di manifestanti, in piazza per protestare contro la ripresa del dialogo del governo con la Serbia. Una ventina di persone sono rimaste ferite durante i momenti più violenti del confronto. La polizia ha spiegato di essere intervenuta con il lancio di lacrimogeni e spray al peperoncino dopo aver subito numerose provocazioni, da parte di alcuni gruppi violenti, che avrebbero lanciato pietre e altri oggetti contro gli agenti.
La manifestazione si è svolta nel centro di Pristina, nella zona in cui si trovano i palazzi governativi, ed è stata organizzata dal movimento radicale e nazionalista Vetëvendosje, che si batte da alcuni anni per l’autodeterminazione della regione. È il terzo partito del Kosovo e si oppone a qualsiasi forma di dialogo con la Serbia, paese considerato nemico. Gli agenti hanno fermato oltre sessanta persone che stavano partecipando alla manifestazione, compresi alcuni parlamentari di Vetëvendosje.
Il Kosovo dichiarò unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia nel 2008 e a oggi la sua autonomia è riconosciuta da una novantina di stati in tutto il mondo. Tra i membri dell’Unione Europea 22 paesi su 27 ne hanno riconosciuto l’indipendenza. Il governo serbo e la minoranza di serbi in Kosovo la pensano diversamente, e considerano la regione ancora un loro territorio.
Il nuovo primo ministro della Serbia, Ivica Dacic, in carica da fine luglio, venerdì scorso ha incontrato a Bruxelles il primo ministro del Kosovo, Hashim Thaci. La riunione è servita per dare una nuova spinta ai rapporti tra i due paesi e cercare di allentare la tensione nell’area dei Balcani. La Serbia vuole entrare a far parte dell’Unione Europea e il Kosovo ha grandi interessi nel rafforzare i propri legami con l’UE, ma le autorità europee hanno chiarito in più circostanze che questo potrà avvenire solamente dopo il raggiungimento di progressi concreti nei rapporti tra i due paesi. Per questo motivo Serbia e Kosovo sono al lavoro per risolvere, almeno in parte, le loro tensioni territoriali e politiche.
Il riavvicinamento non piace agli esponenti e ai sostenitori di Vetëvendosje, che non vogliono il dialogo, come ha spiegato il suo leader Albin Kurti: «Protestiamo per l’incontro tra Thaci e Dacic, siamo contro il dialogo politico. La Serbia è uno stato anormale e non vogliamo “normalizzare” le nostre relazioni». Kurti ha anche accusato Thaci di aver perdonato e di fatto riabilitato la Serbia, facilitando il suo cammino verso l’Unione Europea. Il primo ministro del Kosovo ha risposto alle critiche dicendo che il movimento è sempre contrario ai processi positivi, che portano alla riconciliazione senza rinunciare agli impegni per quanto riguarda l’indipendenza del paese.