L’ILVA e i tumori a Taranto
I dati sull'incidenza dei tumori in città fanno paura e secondo il ministero della Salute giustificano "l'avvio di una sistematica opera di risanamento ambientale"
Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha presentato a Taranto i dati contenuti nell’aggiornamento del progetto “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità, che studia l’impatto sulla salute delle zone inquinate. I nuovi dati si riferiscono al periodo 2003-2009 e sono confrontati a quelli relativi al 1995-2002.
La ricerca attesta il peggioramento della situazione a Taranto (pdf): rispetto al resto della provincia, i dati mostrano un aumento del 30 per cento per tutti i tumori negli uomini. Nel dettaglio: del 50 per cento per il tumore maligno del polmone, più del 100 per cento per il mesotelioma e per i tumori maligni del rene e delle altre vie urinarie (escluso la vescica), superiore al 30 per cento per il tumore della vescica e per i tumori della testa e del collo, del 40 per cento per il tumore maligno del fegato, del 60 per cento per il linfoma non Hodgkin, superiore al 20 per cento per il tumore maligno del colon-retto e per il tumore della prostata e al 90 per cento per il melanoma cutaneo. Per le donne, sempre a confronto con il resto della provincia, i dati mostrano un aumento di incidenza per tutti i tumori di circa il 20 per cento. Nel dettaglio: della mammella pari al 24 per cento, del corpo dell’utero superiore all’80 per cento, del polmone 48 per cento, del colon-retto 21 per cento, del fegato 75 per cento, del linfoma non Hodgkin 43 per cento e dello stomaco superiore al 100 per cento.
Per queste ragioni il governo considera giustificato “l’avvio di una sistematica opera di risanamento ambientale”.
Dal 24 al 100 per cento. È spaventoso il dato sui tumori femminili nell’area dell’Ilva a Taranto, contenuto nell’aggiornamento del progetto “Sentieri” riferito al periodo 2003-2009. I casi di cancro nelle donne passano da +24% (rispetto al resto della provincia) del periodo 1995-2002, al +100%, ovvero quattro volte tanto, rispetto al periodo successivo, fino appunto al 2009. In generale la mortalità nell’area di Taranto continua ad aumentare: nel periodo 2003-2009 è dell’11% superiore rispetto alle aspettative di morte dei cittadini residenti nella provincia. Nel periodo precedente era del 10%. Pagano anche i bambini: a Taranto la mortalità dei bambini nel primo anno di vita è del 20% rispetto al resto della Puglia.
In particolare, nelle donne residenti nei comuni di Taranto e Satte, sempre a confronto con il resto della provincia, c’è un incremento dei tumori al fegato (+75%), linfoma non Hodgkin (+43%), corpo utero superiore (+80%), polmoni (+48%), tumori allo stomaco (+100%), tumore alla mammella (+24%). Negli uomini, rispetto al resto della provincia, l’aumento di tutti i tumori è del 30% (+50% per il tumore maligno del polmone), con un picco di più 100% per il mesotelioma e per i tumori maligni del rene e delle altre vie urinarie (esclusa la vescica). Moltissimi i casi di tumore al polmone e soprattutto alla pleura: l’eccesso di tumori al polmone è del 20%, mentre per il tumore alla pleura sono addirittura del 167% negli uomini e del 103% nelle donne. Più alta della media anche la mortalità per malattie respiratorie: tra gli uomini +11%, tra le donne +5%, mentre l’incidenza per malattie respiratorie acute fa registrare un +37% nelle donne e +14% negli uomini. Per i bambini i dati del progetto “Sentieri” mostrano un eccesso di mortalità del 20% nel primo anno di vita rispetto al resto della Puglia. Aumentano anche le patologie in gravidanza, da +21% a +47%.
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Foto: una scritta contro l’ILva su un muro di Taranto (Matteo Corner/Lapresse)