È morto George McGovern
Storia e foto dell'ex senatore democratico degli Stati Uniti, sconfitto molto duramente da Nixon nel 1972 e morto a 90 anni
George McGovern, ex candidato alla presidenza dei democratici statunitensi nel 1972, a lungo senatore del South Dakota, è morto oggi all’età di 90 anni. McGovern aveva sempre rappresentato l’area più liberal e di sinistra dei democratici e negli anni ’70 fu molto vicino ai movimenti pacifisti e studenteschi. Il suo scontro con Nixon per le presidenziali del 1972 è ricordato come la più grave sconfitta elettorale mai subita da un candidato presidente.
La sua candidatura alle presidenziali del 1972 è, forse ingiustamente, l’episodio più ricordato della sua carriera. McGovern trionfò alle primarie democratiche con un programma pacifista di ritiro dal Vietnam e con la promessa di dare un salario di cittadinanza a tutti gli americani. Era l’idolo dei giovani di sinistra e degli studenti contestatori e qualche volta aveva persino alluso alla possibilità di abolire le leggi che vietavano il consumo di droghe leggere.
Il suo avversario era il presidente Richard Nixon, che rappresentava invece la borghesia moderata e conservatrice, spaventata dal fermento degli anni ’70. Il suo motto era un’espressione da poco coniata e che avrebbe avuto grande successo, «legge ed ordine». McGovern giocò male le sue carte nella campagna elettorale: inizialmente scelse un vicepresidente, Thomas Eagleton, che si rivelò aver avuto dei problemi di salute mentale, disse che si fidava di lui «al mille per cento» e poi lo scaricò, preferendogli l’ambasciatore in Francia Sargent Shiver, fratellastro di John Fitzgerald Kennedy.
Inoltre con il suo programma così liberale aveva spaccato in due il partito democratico, che lo appoggiò molto timidamente – uno degli slogan con cui politici e sindacalisti gli si erano opposti durante le primarie era stato «tutti tranne McGovern». Alla fine le elezioni furono un disastro: McGovern ottenne 15 grandi elettori contro i 520 di Richard Nixon. Dopo la sconfitta McGovern non cambiò idea: rimase parecchio liberal, visitò Cuba e conobbe Fidel Castro. Quando nel 1980 perse le elezioni per diventare senatore della California si ritirò dalla vita politica e fu nominato ambasciatore degli Stati Uniti in quella agenzia delle Nazioni Unite che sarebbe diventata, dopo pochi anni, l’attuale FAO.