Si torna a parlare di tessera del tifoso
E del modo in cui vengono trattati i dati personali, dopo che ieri l'AS Roma è stata condannata a risarcire un tifoso
Ieri la seconda sezione del Tribunale civile di Roma ha condannato l’AS Roma a pagare 5mila euro a un tifoso abbonato, per i danni morali subiti a causa della tessera del tifoso: il tifoso aveva contestato il trattamento illegittimo dei propri dati personali contenuti nel modulo che bisogna compilare per avere la As Roma Club Privilege Card. Si tratta della prima sentenza di questo genere e oggi molti quotidiani sono tornati a parlare dei problemi e delle critiche legati alla tessera.
Già nel 2011 il Garante per la protezione dei dati personali si era espresso sulla questione, spiegando che le società dovevano migliorare l’informativa da dare ai tifosi, mettendo in evidenza e distinguendo il trattamento dei dati che non richiedevano il consenso del tifoso da quelli che potevano essere trattati solo su base volontaria e con un consenso esplicito: per esempio quelli relativi alle promozioni, al marketing e l’invio di comunicazioni commerciali. Quasi tutte le società di calcio hanno associato la tessera del tifoso alla funzione di carta di credito e i dati personali inseriti dai tifosi «vengono trasferiti alle società che gestiscono le carte di credito», ha spiegato Lorenzo Contucci, uno dei legali del tifoso della Roma, che è rimasto anonimo.
A giugno, in un caso che coinvolgeva la squadra di calcio della Fiorentina, la sentenza era stata diversa: il giudice Domenico Paparo del Tribunale civile di Firenze aveva respinto il ricorso di dieci tifosi di quella squadra. In quel caso, la tessera data dalla società prevedeva soltanto la possibilità «di essere utilizzata anche come carta bancaria prepagata in modo del tutto volontario e opzionale». Sono state le società di calcio, al momento in cui è stata adottata la tessera del tifoso, a inserire nel meccanismo di sottoscrizione della tessera anche fini commerciali.
La tessera del tifoso è un sistema di identificazione dei tifosi che era stato promosso dal ministero degli Interni (allora guidato da Roberto Maroni) nel 2009, per mantenere la sicurezza negli stadi durante le partite di calcio e soprattutto per filtrare l’accesso alle strutture sportive, con lo scopo di aiutare le questure nell’identificazione dei tifosi delle squadre. La sua funzione principale era quella di rappresentare un deterrente per i tifosi, che potevano essere identificati con più facilità in caso di atti illeciti, e per evitare che persone potenzialmente pericolose per l’ordine pubblico e pregiudicate potessero entrare negli stadi. Sul sito dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive c’è scritto:
La tessera, rilasciata dalla società sportiva previo “nulla osta” della Questura competente che comunica l’eventuale presenza di motivi ostativi (Daspo in corso e condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni), fidelizza il rapporto tra tifoso e società stessa.
La tessera, nella maggior parte dei casi, viene rilasciata dalle banche o dal circuito Lottomatica e oltre che per andare allo stadio si può usare come carta di credito ricaricabile. È valida per cinque anni e non ha un costo fisso: per i tifosi abbonati è gratuita, mentre per i non abbonati costa 10 euro. Il 14 dicembre 2011 il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo l’abbinamento della tessera con l’acquisto di carte di credito, che era stato proposto da alcune società, dopo un ricorso presentato dal Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori.
Il 21 giugno 2011 l’allora ministro degli Interni Roberto Maroni e i presidenti del CONI, della FIGC, della Serie A, della Serie B e della Lega Pro firmarono un protocollo che prevede una novità importante nel meccanismo della Tessera del tifoso: soltanto chi ha la tessera può comprare un biglietto per le partite in trasferta e può sottoscrivere gli abbonamenti. Da questa stagione la tessera del tifoso ha cambiato nome, diventando la Fidelity Card: continua a essere obbligatoria per comprare i biglietti per le trasferte e per sottoscrivere gli abbonamenti e non è più necessario associare la tessera a una carta di credito. Le tessere rilasciate sono in tutto poco più di un milione.
Foto: LaPresse