Il libro fotografico di Ermanno Rea
Il 10 ottobre è uscito per Feltrinelli 1960. Io reporter, che raccoglie le immagini scattate dal 1955 al 1965 dal giornalista e scrittore napoletano
Il 10 ottobre la casa editrice Feltrinelli ha pubblicato 1960. Io reporter, un libro che raccoglie le fotografie scattate dal giornalista e scrittore Ermanno Rea tra il 1955 e il 1965. Nel 1960 Rea aveva poco più di trent’anni – era nato a Napoli nel 1927 – e si era preso un periodo di riflessione dal lavoro di giornalista e dalla militanza nel PCI. Era tra i tanti intellettuali comunisti rimasti turbati dalla repressione sovietica in Ungheria e dal comportamento spesso mistificatorio di alcuni giornali di sinistra. Rea lasciò l’Unità e poi lavorò per un breve periodo a Vie Nuove, il settimanale comunista allora diretto da Maria Antonietta Macciocchi («Cedetti per vanità», spiega nella prefazione al libro).
Nel 1959 se ne andò anche da lì, decise di mettere da parte il giornalismo e andare in giro a scoprire e raccontare il mondo con tre Leica e una Rolleiflex, trasformandosi in «un fotografo e giramondo, cane sciolto, figlio di nessuno o, se si preferisce, in testimone senza vincoli, ancorché appassionato, della fine di un’epoca». Rea ha fotografato le condizioni di vita – spesso difficili – del Meridione italiano e di molti altri paesi, dal Giappone all’Irlanda, dalla Germania al Nepal. Alla fine del 1964 decise di smettere di fare il fotoreporter: «mi limiterò ad affermare che quel mestiere, un bel giorno, mi venne a noia. Oppure che lo giudicai troppo faticoso per poter essere praticato in maniera indefinita». Riprese a fare il giornalista collaborando con diversi quotidiani e iniziò a scrivere libri, tra cui il romanzo autobiografico Mistero napoletano e Napoli ferrovia, finalista al Premio Strega nel 2008.