Scrivere una Costituzione, nel 2012
Domani in Islanda si vota per sei referendum sulla nuova Costituzione, ennesima tappa di un lavoro di grande coinvolgimento degli elettori
Sabato 20 ottobre gli elettori dell’Islanda saranno chiamati a esprimere la propria opinione sulla bozza della nuova Costituzione in sei referendum dal risultato non vincolante. La consultazione rappresenta una nuova tappa del processo partecipativo di revisione della Costituzione avviato nel febbraio del 2009 dal primo ministro Jóhanna Sigurdardottir in seguito alla crisi finanziaria del 2008, che aveva causato la perdita di molti posti di lavoro e una grave inflazione, mettendo in discussione anche l’affidabilità del sistema politico e istituzionale islandese.
Il referendum di sabato, che coinvolgerà quasi 230mila elettori, servirà a indicare alcune linee guida al Parlamento. Il primo dei sei quesiti chiede agli islandesi di esprimersi circa la validità della bozza attuale e se questa debba essere alla base della nuova carta costituzionale. Gli altri quesiti riguardano altre importanti questioni: i cittadini daranno il loro parere riguardo la nazionalizzazione delle risorse naturali, il riconoscimento di una religione di stato, la possibilità di sottoporre altre questioni a referendum, la distribuzione dei seggi secondo la legge elettorale, la possibilità per i cittadini di essere eletti in Parlamento candidandosi fuori dai partiti.
La versione attuale della Costituzione è entrata in vigore nel 1944, quando l’Islanda era diventata indipendente dalla Danimarca mantenendone la carta costituzionale, che da allora è rimasta sostanzialmente immutata. A seguito della crisi delle banche islandesi e delle conseguenti proteste, che hanno portato alle dimissioni del primo ministro Geir Haarde, il 27 novembre 2010 è stata eletta una “Consulta Costituzionale” con il compito di redigere la bozza di una nuova Costituzione. La Consulta è composta da 25 persone elette con preferenza diretta, e nessuna di queste fa il politico: il candidato che ha ricevuto più preferenze è stato un professore di economia, seguito dal direttore dell’istituto di Etica dell’università d’Islanda, da un presentatore televisivo e da un medico. Tra gli altri membri della Consulta ci sono giornalisti, manager, leader religiosi, matematici, direttori di musei, avvocati, sindacalisti.
Il processo di stesura delle nuove regole, approfittando delle ridottissime dimensioni dell’elettorato islandese, ha rappresentato un’importante novità politica grazie alla partecipazione diretta dei cittadini. Per la prima stesura del testo la Consulta ha raccolto le proposte del “National Forum”, un’assemblea popolare formata da 950 cittadini islandesi selezionati casualmente. Bozze e proposte sono state messe online e rese disponibili e a tutti per mesi tramite un sito ufficiale e degli account su Facebook, Twitter e Youtube.
La Consulta ha aggiornato e rivisto costantemente la bozza tenendo conto delle opinioni dei membri del “National Forum” e di quelle ricevute online, fino ad arrivare alla stesura di una bozza presentata il 29 luglio del 2011 all’Althing, il parlamento islandese, la più antica assemblea legislativa europea. Nel maggio del 2012 il parlamento ha approvato preliminarmente la bozza, stabilendo di indire i sei referendum e proseguire poi la discussione. Quel giorno votarono contro solo i partiti di opposizione, di centrodestra, che fin qui hanno mostrato di avere un’evidente preferenza a un approccio più tradizionale, mostrando fastidio all’idea che la nuova Costituzione possa essere scritta in una parte significativa fuori dal Parlamento.
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