Chi era Herman Melville
Lo scrittore statunitense è il protagonista del doodle di Google di oggi per i 161 anni della pubblicazione di Moby Dick, il suo romanzo più famoso
di francesco marinelli
Herman Melville, scrittore e poeta statunitense, è il protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del classico logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è una illustrazione che ricorda Moby Dick, il romanzo più famoso di Melville, la cui prima pubblicazione risale al 18 ottobre di 161 anni fa.
Herman Melville nacque a New York nel 1819. Il padre, Allan, che era un ricco commerciante, cercò di stimolare la sua fantasia fin da piccolo con i suoi racconti, per trasmettergli il desiderio dell’avventura. L’adolescenza di Melville fu segnata dai problemi di famiglia dovuti a un tracollo finanziario e dalla bancarotta dichiarata dal padre nel 1830. In seguito al forte stress, Allan Melville sviluppò serie problemi di mente, che ne causarono poi la morte. Hermann Melville sì trasferì con i suoi sette fratelli nel villaggio di Lansingburgh, lungo il fiume Hudson. Lasciò definitivamente la scuola e si mise a lavorare prima nell’azienda di uno zio, poi nel negozio del fratello maggiore e infine come insegnante.
In mancanza di una occupazione stabile, nel 1839 Melville si imbarcò su una nave in partenza per Liverpool, in Inghilterra, come marinaio. Dopo un periodo trascorso a Londra, tornò in America e scrisse Redburn: il suo primo viaggio, il suo romanzo di esordio che fu pubblicato nel 1849, e che si ispirava proprio alla sua esperienza di viaggio. Il 1 gennaio 1841 Melville si imbarcò nuovamente, questa volta sulla baleniera Acushnet per trascorrere un lungo periodo sul Pacifico. Riguardo a questo viaggio durato circa diciotto mesi non ci sono molte informazioni, ma è probabile che molti ricordi di questa esperienza furono rielaborati e utilizzati per la scrittura di Moby Dick. Melville continuò a viaggiare e si imbarcò su altre due baleniere e nel 1843 sulla nave da guerra americana United States fino all’anno successivo.
Il 1844 fu l’ultimo anno in cui Melville lavorò come marinaio. Decise di dedicarsi con maggiore continuità alla scrittura, e tra le altre cose tre anni dopo si sposò con Elizabeth Shaw a Boston, con cui ebbe due figli maschi, che non gli sarebbero sopravvissuti, e due figlie. Iniziò la stesura di Moby Dick nel 1850 e pubblicò il romanzo nell’ottobre dell’anno seguente. Buona parte dei primi romanzi scritti da Melville hanno come argomento principale le avventure nei mari del sud. I suoi scritti ebbero un notevole successo e Melville divenne uno degli autori più famosi di storie marinaresche. Moby Dick, ritenuto da molti critici il suo capolavoro, fu dedicato da Melville all’amico e scrittore Nathaniel Hawthorne.
Moby Dick, in Italia Moby Dick o La Balena tradotto per la prima volta nel 1932 da Cesare Pavese, racconta il viaggio di una baleniera, il Pequod, comandata dal capitano Achab, a caccia di una enorme balena bianca, Moby Dick. Oltre a descrivere le scene di caccia, nel libro ci sono riflessioni scientifiche, religiose, filosofiche e artistiche che ruotano attorno al protagonista del libro, Ismaele, l’alter ego dello scrittore. Nel libro ci sono anche molte citazioni storiche, epiche e della Bibbia.
Il racconto di Melville prende spunto da due fatti reali: l’affondamento della baleniera Essex nel 1820, dopo che fu urtata da un’enorme capodoglio, e l’uccisione del capodoglio Mocha Dick intorno al 1830, nelle acque al largo di un’isola cilena. Nel libro, la caccia a Moby Dick da parte della baleniera Pequod comandata dal capitano Achab dura tre anni. I personaggi del libro sono quasi tutti membri dell’equipaggio, incluso Ismaele, il narratore che si presenta al lettore con la famosa frase «Chiamatemi Ismaele». Di lui Melville racconta poco: soltanto che ha le spalle un po’ larghe e che è di New York, mentre la balena viene descritta com un essere maledetto e vendicativo.
Dopo il successo di Moby Dick, Herman Melville perse progressivamente popolarità, tanto da essere quasi del tutto dimenticato al momento della sua morte nel 1891. Tra i suoi scritti più famosi c’è anche il racconto Bartleby lo scrivano (Bartleby the Scrivener), considerato un precursore della letteratura dell’assurdo. Oltre ad aver scritto romanzi e racconti, Melville si dedicò alla poesia e scrisse una raccolta dedicata alla Guerra di secessione americana, Pezzi di battaglia (Battle Pieces).
L’incipit di Moby Dick.
Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. E’ un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare. Non c’è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l’altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l’oceano.