Le semplificazioni approvate dal governo
Per ridurre (si spera) le lungaggini burocratiche in molti ambiti dalla previdenza alle infrastrutture passando per i beni culturali
Martedì 16 ottobre il Consiglio dei ministri si è riunito per discutere alcune nuove misure legate principalmente alle semplificazioni e per organizzare un nuovo piano per la strategia energetica nazionale. Le cosiddette semplificazioni interessano diversi ambiti dalle politiche sul lavoro alla previdenza, passando per le infrastrutture e i beni culturali. Il governo lo ha presentato come una sorta di seconda parte del decreto legge del 9 febbraio scorso, conosciuto come “Semplifica Italia”. Il principale obiettivo, come spiegano le schede del Sole 24 Ore, è quello di ridurre i passaggi burocratici per effettuare diverse operazioni, rendendo più semplici e più rapide le pratiche per cittadini e imprese.
Vita più lunga per il documento unico di regolarità contributiva (Durc). Con le regole attuali il Durc rilasciato per gli appalti di lavori pubblici, forniture e servizi ha validità trimestrale e si riferisce a una specifica fase dell’appalto nell’ambito della quale viene emesso, come la stipula del contratto o il collaudo.
Insomma, vive per un arco di tempo limitato, costringendo le imprese a chiedere continue riemissioni. Il nuovo assetto disegnato dal Ddl semplificazioni stabilisce che il documento unico di regolarità contributiva per «contratti di lavori pubblici, servizi e forniture ha validità di 180 giorni dalla data di emissione».
Sempre in materia di Durc, il Ddl corregge un errore di formulazione contenuto nel decreto spending review (Dl n. 52/2012, convertito con la legge n. 94/2012). In questo modo sarà possibile, dopo l’approvazione dei provvedimenti attuativi previsti dal Dl n. 52, ottenere il rilascio del Durc, nonostante la presenza di debiti contributivi, semplicemente esibendo una certificazione che attesti la sussistenza di un credito almeno di pari importo nei confronti della pubblica amministrazione.