La foto scomparsa di Gustav Mahler
Che apparteneva ad Arnold Schoenberg, suo allievo: è finita nella casa di un uomo di Los Angeles, che l'ha offerta alla famiglia del compositore per 350mila euro
Il New York Times ha raccontato pochi giorni fa la storia di una fotografia di Gustav Mahler, compositore e direttore d’orchestra austriaco, che una volta apparteneva ad Arnold Schoenberg, compositore austriaco tra i più importanti del Novecento e ideatore della musica dodecafonica, e che scomparve poi dal suo studio.
Lo scorso luglio, i familiari di Arnold Schoenberg vennero contattati da un uomo di Los Angeles, Cliff Fraser, che si offrì di vendere loro “quella” foto di Gustav Mahler per una cifra pari a circa 350 mila euro. La foto di Mahler, su cui c’è scritta anche una citazione musicale sulla Seconda Sinfonia (detta “Resurrezione”) da lui composta e la sua firma, è la stessa che la famiglia Schoenberg stava cercando da anni.
A fine luglio, Cliff Fraser inviò un’email a Therese Muxeneder, archivista del Centro Arnold Schoenberg di Vienna, scrivendo: «Spero che tu possa aiutarmi a capire il suo significato», spiegando di aver trovato la foto di Mahler in una stanza della casa di suo nonno. La signora Muxeneder rispose a Fraser dicendo che, probabilmente, Mahler regalò quella foto a Schoenberg nel 1907, prima di lasciare Vienna per andare a dirigere la Metropolitan Opera di New York. Mahler rappresentava per Schoenberg un maestro e la sua opera venne in gran parte influenzata dai concetti innovativi introdotti da Mahler nel diciannovesimo secolo, nel concepire lo sviluppo dell’armonia e del suono nella musica classica.
Quella foto, raccontano i suoi familiari, era una delle cose a cui teneva di più, tanto che in un’altra immagine di Schoenberg nel suo studio la si vede appesa proprio sopra la scrivania. Fraser, che ha offerto alla famiglia Schoenberg la foto dietro pagamento, ha raccontato che la foto era stata regalata a suo nonno da parte di un compositore della cerchia di Schoenberg: questa versione però non ha convinto i familiari del compositore, che credono invece che quella foto sia stata rubata, minacciando di avviare un’azione legale.
Inoltre, rendendo nota questa storia, i familiari di Schoenberg sperano che le case d’asta e i commercianti diffidino dal comprare la foto. Randol Schoenberg, nipote del compositore, ha raccontato sul suo blog tutta la vicenda. Dopo aver reso nota l’offerta alla famiglia di Schoenberg, Fraser non si è più fatto vivo: non ha mai risposto alle email che gli sono state inviate, non ha mai risposto alle telefonate fatte da un giornalista, né ha mai voluto mostrare la foto di Mahler alla famiglia di Schoenberg.
Fraser comunque, nelle email che si è scambiato con i figli di Schoenberg ha sempre detto che quella foto appartiene alla sua famiglia e che l’unico modo per riaverla è di pagare la cifra che ha stabilito. La famiglia Schoenberg però non ha accettato la richiesta, proponendo di stabilire la provenienza della foto prima di pagare. E così Fraser ha minacciato di venderla altrove.
Nuria Schoenberg Nono, la figlia del compositore, ha raccontato di essersi accorta per la prima volta che quella foto fosse sparita alla fine degli anni ottanta, mentre stava facendo delle ricerche nell’archivio della University of Southern California. Nuria ha negato l’ipotesi che suo padre abbia potuto regalare quella foto a qualcuno: «Mahler era la persona più importante della sua vita, era la sua vita musicale. Perché avrebbe dovuto regalarla a qualcuno? Era un oggetto che lo legava al passato». E ha escluso che sua madre possa aver regalato la foto dopo la morte del compositore nel 1967: il suo studio nella casa di Brentwood, in California, è rimasto intatto.
Il padre di Cliff Fraser, Cliff A. Fraser, ha cercato di ricostruire la vicenda della foto, a differenza del figlio che non ha mai voluto parlare con la stampa: Fraser ha raccontato che suo padre, Abraham Fraser, era un musicista e aveva studiato con Josef Schmid. Schmid, a sua volta, era uno studente di Alban Berg, un musicista vicino a Schoenberg: questa, insomma, era la cerchia di cui parlava suo figlio. Inoltre, il nonno di Fraser era un collezionista di cimeli musicali e forse aveva conservato in quella stanza anche quella fotografia.
Schoenberg, nella sua vita, ha sempre avuto un rapporto di adorazione per Mahler: «Ti ho sempre venerato, terribilmente», scrisse Schoenberg al suo maestro in una lettera del 1910. Tra di loro ci fu una corrispondenza riferita anche alle opere sinfoniche composte da Mahler, come nel caso della Settima Sinfonia: «My dear Herr Direktor», così iniziava la lettera, «Ora, veramente, sono del tutto tuo. Questa è una certezza». Anche Mahler ha difeso in più occasioni, pubblicamente, le composizioni di Schoenberg, anche se ha ammesso di non comprenderle, a volte.
Foto: Gustav Mahler (Erich Auerbach/Getty Images)