Cosa succede con l’orario degli insegnanti?

Grandi attese e discussioni sul provvedimento della legge di stabilità che aumenterebbe di un terzo le ore di lavoro, alle medie e alle superiori

Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre, il Consiglio dei ministri ha approvato la cosiddetta “legge di stabilità”, ovvero la legge che si occupa delle previsioni di bilancio per il 2013 e del bilancio del triennio 2013-2015. Negli ultimi giorni, i giornali hanno dato spazio a una misura che sarebbe stata inserita «nel rush finale dell’approvazione» della legge e che riguarda l’orario degli insegnanti delle medie e delle superiori: questo aumenterebbe dalle attuali 18 a 24 ore settimanali, senza aumenti di stipendio e con in cambio, pare, due settimane in più di ferie retribuite nel periodo estivo.

Non è chiaro se le ore di aumento andrebbero in ore di lezione o in ore a disposizione per eventuali supplenze temporanee, come sembra più probabile anche ad interpretare alcune recenti dichiarazioni del ministro Profumo (che però non ha neppure confermato ufficialmente l’aumento di orario). Gli insegnanti della scuola primaria italiana hanno già oggi orari di 24 ore settimanali.

Uno scambio tra l’aumento delle ore di lezione, e più giorni di ferie. A parità di stipendio. Ma utile a superare il disallineamento tra orario di servizio dei docenti italiani e quello dei colleghi dei principali paesi europei.

È questo uno degli obiettivi della disposizione contenuta nella bozza del ddl Stabilità, che prevede, a decorrere dal 1° gennaio 2013, la modifica dell’orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado (incluso il sostegno) che salirà a 24 ore settimanali. Attualmente, l’orario di servizio dei docenti alla scuola primaria è di 22 ore più due di programmazione, mentre per i professori di medie e superiori è di 18 ore settimanali. Per questi ultimi quindi, secondo la disposizione contenuta nel ddl Stabilità, scatterebbe un aumento di sei ore settimanali, che potrà essere utilizzato «per la copertura di spezzoni orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità; per l’attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui abbia titolo. Ma anche per i posti di sostegno, purché in possesso del relativo diploma di specializzazione».

In cambio, i docenti di tutti i gradi di istruzione avranno un aumento di 15 giorni su base annua delle ferie retribuite. L’allungamento dell’orario di servizio (se diventerà effettivo) farà avvicinare l’Italia alle medie orarie di lavoro dei docenti previste negli altri paesi europei.

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