La roccia scoperta su Marte
È diversa dalle altre, Curiosity l'ha analizzata e i risultati hanno sorpreso i ricercatori della NASA
Una roccia marziana analizzata dal robot automatico (rover) Curiosity della NASA ha rivelato caratteristiche alquanto diverse rispetto ad altre pietre osservate sul pianeta. È la prima roccia di questo tipo su Marte a essere studiata e presenta particolari del tutto simili ad alcune pietre che possono essere trovate anche sulla Terra. I dati forniti da Curiosity stanno aiutando i ricercatori a comprendere meglio le caratteristiche geologiche del pianeta.
(Perché spendere tanto per lo Spazio?)
La pietra è stata chiamata “Jake Matijevic” in ricordo di un ricercatore della NASA che lavorò alla missione di Curiosity e che è morto lo scorso agosto. Jake è alta circa 16 centimetri e ha una particolare forma che ricorda quella di una piramide. Si trova nei pressi della zona in cui è atterrato Curiosity il 5 agosto all’interno del cratere Gale. La roccia è stata utilizzata per calibrare alcuni strumenti del rover in vista dei prossimi esperimenti, che serviranno per approfondire le conoscenze dei ricercatori su Marte e scoprire, tra le altre cose, se un tempo ospitasse qualche forma di vita.
(I primi passi di Curiosity su Marte)
A fine settembre Curiosity puntò alcuni suoi strumenti verso Jake per studiarne la composizione chimica. A distanza di alcune settimane ora ci sono i risultati, che secondo molti esperti sono sorprendenti. I ricercatori avevano previsto di avere a che fare con un particolare tipo di roccia, con caratteristiche simili a quelle osservate con le precedenti missioni eseguite sul pianeta. Si sono invece trovati davanti a un nuovo tipo di roccia, mai osservato prima su Marte.
Stando ai primi dati, Jake è di tipo magmatico e ha un’alta concentrazione di elementi come sodio, alluminio e potassio e concentrazioni basse di altri elementi come magnesio, ferro e nickel, se confrontata ad altre rocce osservate in precedenza su Marte. Le rocce magmatiche, o ignee, sono quelle che si formano quando si solidifica il magma, il complesso sistema di rocce fuse. Costituiscono circa il 65 per cento della crosta terrestre, ma sono rare sulla superficie della Terra perché sono nascoste da uno strato diffuso più superficiale di rocce sedimentarie – derivanti cioè dall’accumulo dei sedimenti – e metamorfiche – derivanti da processi legati ad alte pressioni e temperature.
La composizione chimica della roccia marziana era nota da tempo, perché sulla Terra simili rocce possono essere trovate in particolari aree dove erano attivi vulcani come le isole oceaniche, a partire da quelle delle Hawaii. Sul nostro pianeta si ipotizza che si formino nel processo di raffreddamento del magma, ma i ricercatori sono ancora molto cauti nell’ipotizzare attraverso quale fenomeno possano essersi formate su Marte. Dalle parti della NASA c’è estrema cautela, anche perché le ipotesi si basano al momento su una sola serie di analisi realizzate per calibrare gli strumenti, e molto lavoro resta ancora da fare.