Come sta Malala Yousafzai
La ragazzina pakistana colpita alla testa dai talebani è stata operata ma resta in condizioni critiche
La giovane pakistana Malala Yousafzai, colpita alla testa e al collo da un colpo di pistola sparato da un talebano il 9 ottobre mentre usciva di scuola, si trova ancora in condizioni “critiche”. Lo ha riferito il tenente colonnello Junaid Khan, capo di neurochirurgia presso l’ospedale militare di Peshawar dove la ragazza è ricoverata. Ieri Malala ha subito un’operazione chirurgica durata diverse ore per rimuovere un proiettile che attraverso la testa si era conficcato nella spalla. Le sue condizioni rimangono comunque gravi a causa di un edema e la ragazza è ancora priva di coscienza in terapia intensiva.
Il governo del Pakistan sta tenendo fermo all’aeroporto un jet della compagnia di bandiera, Pakistan International Airlines, per trasportare d’urgenza Malala da Peshawar a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, se si rendessero necessarie ulteriori cure. Secondo i medici, però, Malala è per ora troppo debole per affrontare uno spostamento e per ogni decisione bisogna attendere almeno 48 ore. Anche il governo degli Stati Uniti si è offerto di «fornire un aereo, un’ambulanza e l’assistenza medica in una struttura idonea».
L’attacco, oltre che dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, è stato criticato da parte dei governi di tutto il mondo e della comunità internazionale. Ieri il presidente del Pakistan Asif Ali Zardari ha dichiarato che il paese continuerà a combattere i talebani e ad appoggiare i programmi di istruzione femminile, per i quali Malala si è pubblicamente esposta criticando le politiche dei talebani contro le donne e ricevendo per questo molte minacce. Il ministro pakistano Mian Iftikhar Hussain ha anche offerto una taglia di 10 milioni di rupie per la cattura dei responsabili dell’attentato. Ieri in diverse città del Paese si sono svolte manifestazioni di sostegno e oggi, nella regione di Swat, al confine con l’Afghanistan dove la ragazza ha subito l’attentato, le scuole sono rimaste chiuse.
Ieri la polizia ha riferito di aver arrestato l’autista di un furgone e il custode di una scuola per sottoporli ad un interrogatorio. Ha anche fatto sapere di aver individuato i colpevoli, ma di non averli ancora fermati. Nel frattempo i talebani hanno rivendicato l’attacco e hanno dichiarato che se Malala non morirà a causa di questo attentato, non sopravviverà al prossimo: «Sarà sicuramente uccisa».